Una nuova inchiesta sulla morte di Pantani
La Procura di Rimini ha accolto un esposto della famiglia del ciclista morto per overdose il 14 febbraio 2004; la nuova ipotesi sarebbe “omicidio”
La Procura di Rimini ha accolto un esposto della famiglia del ciclista italiano Marco Pantani, morto a 34 anni il 14 febbraio 2004, presentato la settimana scorsa dall’avvocato Antonio De Rensis con l’obiettivo di riaprire l’inchiesta sulla morte di Pantani: secondo le nuove ipotesi presentate nell’esposto, Pantani non si sarebbe suicidato – fu ritrovato morto per overdose nella sua camera d’albergo al residence “Le Rose” di Rimini – ma sarebbe stato ucciso, costretto a bere della cocaina diluita in un bicchiere d’acqua. La Gazzetta dello Sport riporta che, in base ad alcune contraddizioni emerse e raccolte dall’avvocato De Rensis nel corso degli ultimi nove mesi, nuove testimonianze e una nuova perizia medico-legale hanno permesso di ipotizzare un’“alterazione del cadavere e dei luoghi” nel monolocale D5 del complesso Mimosa, all’interno del residence dove Pantani alloggiava.
Scrive Gazzetta che, secondo il nuovo esposto, Pantani non era da solo al momento della sua morte:
«avrebbe aperto la porta al suo assassino (o agli assassini), lo conosceva, forse si fidava. Ma presto la situazione sarebbe diventata incontrollabile. Per ben due volte il romagnolo chiama la reception, chiedendo addirittura l’intervento dei carabinieri (un doppio Sos prima ignorato e poi sottovalutato), circostanza appurata anche 10 anni fa. La lite verbale sarebbe presto degenerata, sfociando in un’aggressione. Pantani potrebbe essere rimasto ferito in più punti del corpo, prima di soccombere.»
Pantani fu ritrovato morto dal portiere del residence intorno alle 21 di sabato 14 febbraio, con la faccia rivolta a terra in una chiazza di sangue. L’autopsia effettuata sul corpo, circa 48 ore dopo il ritrovamento, stabilì che Pantani era morto tra le 11:30 e le 12:30 di sabato per arresto cardiocircolatorio, con emorragia causata dalla cocaina ingerita in dosi elevate. La nuova perizia, scrive Gazzetta, suppone che la morte sia avvenuta circa un’ora prima rispetto a quanto stabilito dall’autopsia, tra le 10:45 e le 11:45. Inoltre Gazzetta scrive che «la quantità di droga trovata su Pantani equivarrebbe a diverse decine di grammi, tale da essere paragonabile ai pacchetti ingeriti dai corriere per eludere i controlli», e che sarebbe «impossibile per qualunque persona mangiare o inalare una dose simile». «L’unico modo è diluirla nell’acqua e farla bere a forza», e inoltre «ci sarebbero evidenti segni si trascinamento del cadavere» nella stanza, conclude Gazzetta.
Per la morte di Pantani si era già svolto un lungo processo che si era concluso in 9 novembre 2011 con una sentenza della Cassazione che prosciolse uno dei tre spacciatori accusati di omicidio colposo per aver fornito a Pantani la dose letale di cocaina: gli altri due patteggiarono le loro pene (uno 4 anni e 10 mesi, l’altro 3 anni a 10 mesi). Una delle due persone condannate confessò di aver fornito a Pantani la dose di cocaina la sera del 9 febbraio durante un incontro al Residence Le Rose.
Pantani è stato il più famoso ciclista italiano degli ultimi decenni, noto con il suo soprannome “il Pirata”: vinse nello stesso anno, nel 1998, un Tour de France e un Giro d’Italia. Negli anni da professionista, dal 1992 al 2003, ottenne 46 vittorie, un numero inferiore a quello di molti altri grandi campioni, ma guadagnò ugualmente un grandissimo seguito di tifosi e di appassionati.
Foto: PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images