Ebola, Sierra Leone in stato di emergenza
L'epidemia viene descritta come "fuori controllo": un importante medico è morto, la Liberia ha chiuso tutte le scuole dopo che un uomo infettato è arrivato in aereo a Lagos
A causa dell’epidemia di ebola peggiore della storia nell’Africa occidentale, il presidente della Sierra Leone, Ernest Bai Koroma, ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria nel paese. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), negli ultimi cinque mesi sono morte 672 persone infettate dal virus: i casi registrati sono in tutto 1.201. I paesi colpiti sono la Sierra Leone, la Liberia e soprattutto la Guinea, dove si è registrato il maggior numero di morti. Ma c’è un alto rischio che il virus si diffonda in altri paesi. Venerdì 25 luglio una serie di analisi mediche ha confermato che un decesso è avvenuto anche in Nigeria: l’uomo infettato arrivava dalla Liberia ed era sbarcato all’aeroporto di Lagos. La principale compagnia aerea nigeriana, Arik Air, ha sospeso tutti i voli per e da la Sierra Leone e la Liberia.
Sempre oggi, l’organizzazione di volontariato americana Peace Corps ha annunciato che ritirerà centinaia di suoi operatori da Guinea, Liberia e Sierra Leone a causa della diffusione del virus: due dei loro volontari hanno infatti contratto l’ebola dopo esser stati in contatto con un malato che poi è morto a causa del virus. I due volontari sono per ora tenuti in isolamento e sotto stretta osservazione. Giovedì ha fatto notizia la morte a causa del virus di Sheik Umar Khan, medico della Sierra Leone tra i più impegnati a combattere l’epidemia nel paese.
Mai nella storia l’ebola aveva fatto così tanti morti: l’epidemia che fino ad ora era stata considerata la più grave aveva causato la morte di 224 persone su 425 casi. Nella sua storia il virus ebola ha ucciso 2.300 persone. La variante del virus che ha causato l’epidemia di questi ultimi mesi è quella più letale: la Zaire ebolavirus (ZEBOV), chiamata così per distinguerla da quella che aveva causato una precedente epidemia in Sudan. Questo ceppo uccide in media il 78 per cento di coloro che lo contraggono, con una mortalità che può però arrivare al 90 per cento.
Mercoledì 30 Luglio il direttore operativo dell’associazione Medici senza frontiere, Bart Janssens, ha avvertito che l’epidemia è «senza precedenti» e «assolutamente fuori controllo», spiegando anche che la situazione peggiora di giorno in giorno, soprattutto in Liberia e Sierra Leone dove le strutture sanitarie sono molto arretrate e i governi non sono in grado di controllare il territorio. Ci sono stati per esempio moltissimi casi di pazienti contagiati che sono fuggiti dagli ospedali, spesso con l’aiuto delle famiglie. Non esistono inoltre strutture sanitarie al confine tra i vari paesi, né sono state create strutture di contenimento: al personale di frontiera e a quello degli aeroporti è stata rilasciata una guida sul “come fare” per i casi di sospetta infezione solo di recente. Le prime misure eccezionali per far fronte all’epidemia sono state inoltre prese solo negli ultimi giorni: ieri la presidente della Liberia ha deciso di chiudere tutte le scuole, per cercare di prevenire la diffusione del virus, e oggi il presidente della Sierra Leone ha dichiarato lo stato di emergenza e ha spiegato che verranno messi in quarantena tutti gli epicentri della malattia e saranno messi sotto sorveglianza dalle forze di sicurezza. Il presidente della Sierra Leone ha inoltre rinunciato al suo viaggio negli Stati Uniti per una riunione con gli altri leader africani per poter far fronte alla situazione.
Il virus ebola, insieme al virus marburg, fa parte dei filoviridae. Non esistono cure o vaccini per ebola e marburg. I primi sintomi per chi viene infettato sono un forte mal di testa, febbre e dolori al petto. I virus colpiscono anche il cervello, causando spesso agitazione, confusione e depressione (e nei casi più gravi il coma). Ebola agisce anche sul sistema circolatorio, causando numerosi coaguli di sangue che possono arrivare al cervello o bloccare la circolazione in altri organi, soprattutto fegato e reni. Questo processo “consuma” tutto l’anticoagulante presente nel sangue, causando in molti casi forti emorragie interne ed esterne (alcuni pazienti arrivano a sanguinare da ogni membrana del corpo, anche se più spesso le emorragie sono limitate all’intestino). La morte in genere è causata dai coaguli di sangue o dalla necrosi dei tessuti attaccati dal virus (qui la scheda dell’Organizzazione Mondiale della Sanità su ebola). Le prime grandi epidemie cominciarono nei villaggi africani dove c’era l’usanza di baciare i corpi dei morti. Un solo morto di ebola poteva quindi infettare un intero villaggio.