Gli esperimenti sentimentali di OkCupid
Un sito di dating online ha manomesso provvisoriamente il proprio algoritmo solo per vedere come si comportano gli utenti
OkCupid, uno dei più popolari siti di incontri online al mondo, ha reso noti i risultati di tre diversi esperimenti condotti sui suoi utenti, a loro insaputa: riguardavano alcune modifiche sperimentali eseguite sull’algoritmo e sulla struttura di OkCupid, per periodi di tempo limitati, come ad esempio combinare incontri tra persone che l’algoritmo avrebbe normalmente giudicato incompatibili. I risultati sono stati annunciati e spiegati dal presidente della società, Christian Rudder, in un post pubblicato lunedì sul blog interno del sito: citando subito l’esempio dei contestati esperimenti scientifici sulle emozioni fatti da Facebook, Rudder ha difeso la legittimità e opportunità di questo genere di ricerche, e ha detto che “se usate internet, siete oggetto di centinaia di esperimenti tutto il tempo, su qualsiasi sito, ed è così che funzionano i siti internet”.
Il primo esperimento: appuntamenti al buio
Per il lancio di un’applicazione che organizza appuntamenti al buio, il 15 gennaio 2013 OkCupid rese invisibili le foto dai profili dei suoi utenti per sette ore. In quel tempo il sito fu utilizzato molto meno del solito ma – secondo Rudder – molto meglio: gli utenti rispondevano il 44 per cento di volte in più a un primo messaggio, intrattenevano conversazioni più interessanti e profonde, e si scambiavano più rapidamente informazioni personali, come numeri di telefono o indirizzi email. Alle 16 il sito fece ricomparire tutte le foto dei profili mentre 2.200 utenti erano nel bel mezzo di conversazioni iniziate “al buio”: in breve quasi tutte vennero abbandonate. «Il bello era finito, era più che finito. È stato come accendere le luci in un bar a mezzanotte».
Osservando i dati dell’applicazione viene invece fuori che le persone che erano andate all’appuntamento al buio si erano trovate bene indipendentemente dall’aspetto di chi avevano incontrato; e che le donne erano leggermente meno soddisfatte quando gli uomini che incontravano erano più attraenti di loro (Rudder commenta dicendo che generalmente gli uomini più attraenti si comportano peggio).
Lo schema mostra le reazioni di un gruppo di donne dopo un appuntamento al buio, rispetto all’essere più o meno “hot” dell’uomo incontrato. I dati sono piuttosto costanti.
Confrontando il comportamento di quelle stesse donne online su OkCupid viene però fuori che tendono a non rispondere ai messaggi degli uomini poco attraenti, e che viceversa rispondono a quelli degli uomini che ritengono molto belli. “Di fatto – commenta Rudder – le persone sono tanto superficiali quanto la tecnologia glielo permette”.
Il comportamento dello stesso gruppo di donne su OkCupid
Il secondo esperimento: la foto del profilo conta, la biografia no
OkCupid permette di votare gli utenti in base a due categorie: l’aspetto, sulla base della foto profilo, e la personalità, in base alla biografia che ogni utente può inserire. Lo schema seguente, dove ogni punto corrisponde a una persona, mostra che il gradimento espresso nei confronti della personalità e quello sull’aspetto degli utenti vanno di pari passo, e che di fatto coincidono.
Rudder spiega di aver avuto quindi il sospetto che le persone non tenessero in realtà conto della presentazione e votassero solo in base all’aspetto fisico, come mostrano anche i profili di utenti molto attraenti ma senza alcuna biografia che avevano comunque un volto molto alto per la personalità. Nel secondo esperimento, allora, i profili di un piccolo gruppo di persone sono stati mostrati per la metà delle volte senza alcun testo, permettendo così due tipi di votazione: una teneva conto sia dell’aspetto fisico che della personalità, l’altra considerava soltanto l’aspetto. Come si vede dallo schema, la presenza o meno della presentazione è quasi ininfluente.
Il terzo esperimento: se due persone credono di essere compatibili si comportano come tali
Nel terzo esperimento OkCupid ha detto a un campione di persone con una bassa percentuale di compatibilità – calcolata attraverso un algoritmo messo a punto dal sito – che erano invece compatibili al 90 per cento. L’obiettivo era capire quanto le persone siano influenzate dal risultato positivo dell’algoritmo, e quanto decidano di conoscere qualcuno perché è il sito a consigliarlo. È risultato che persone compatibili al 30 per cento ma che credevano di esserlo al 90 per cento iniziavano una conversazione (cioè si scambiavano almeno 4 messaggi) nel 17 per cento dei casi, contro il 9,7 per cento delle persone a cui era detto che erano poco compatibili. “Quando diciamo alle persone che sono una buona coppia, si comportano come se lo fossero. Anche se non andrebbero bene l’uno con l’altro”, dice Rudder.
OkCupid ha poi provato a invertire l’esperimento per testare la validità dell’algoritmo, e ha comunicato a un gruppo di utenti compatibili al 90 per cento che lo erano invece al 30 per cento. In questo caso le persone iniziavano una conversazione nel 16 per cento dei casi, una percentuale simile a quella degli utenti che, pur non essendo compatibili credevano di esserlo. Come conclude Rudder, “OkCupid funziona, ma non è tutto. Se devi decidere tra uno o l’altro, il mito della compatibilità funziona bene quanto la verità”.
OkCupid ha successivamente comunicato alle persone che hanno partecipato all’esperimento le reali percezioni di compatibilità, ma alcuni si sono comunque lamentati di essere stati ingannati. Rudder ha ammesso che “abbiamo detto agli utenti cose che non erano vere. Non voglio certo negarlo. Ma le persone si rivolgono a noi perché vogliono che il sito funzioni, e anche noi vogliamo che il sito funzioni”.