La grande operazione anti-pirateria in Italia

Ha colpito parecchi siti di film in streaming, ma anche Mega, il servizio di hard disk remoto di Kim Dotcom (quello di Megaupload e Megavideo)

La procura di Roma ha fatto bloccare negli ultimi giorni 24 siti internet con l’accusa di aver violato la legge sul diritto d’autore. Tra i siti bloccati ci sono Mega.co.nz, il sito di Kim Dotcom, il creatore di Megaupload e Megavideo (il servizio è nato un anno e mezzo fa e lo avevamo raccontato qui). È stato bloccato anche il portale Mail.ru, uno dei siti più visitati della Federazione Russa (e non è chiaro perché), insieme a molti altri siti che rendono disponibili link a film in streaming. L’elenco completo include: cineblog01.net, cineblog01.tv, ddlstorage.com, divxstage.eu, easybytez.com, filminstreaming.eu, filmstream.info, firedrive.com, movshare.sx, nowdownload.ag, nowdownload.sx, nowvideo.sx, piratestreaming.net, primeshare.tv, putlocker.com, rapidvideo.tv, sockshare.com, uploadable.ch, uploadinc.com, video.tt, videopremium.me, youwatch.org. Il sequestro è stato compiuto in seguito alla segnalazione di un distributore italiano indipendente che ha accusato i siti bloccati di ospitare alcuni film che non sono ancora usciti sul mercato italiano: The Congress, del regista israeliano Ari Folman (quello di Valzer con Bashir) e Fruitvale Station, scritto e diretto da Ryan Coogler.

La decisione di oscurare Mega è piuttosto particolare, visto che si tratta di un sito molto diverso dai suoi predecessori. Su Megaupload e Megavideo alcuni utenti ricevevano denaro per caricare sul sito materiali protetti da copyright. I link a questi materiali erano disponibili per chiunque ed esistevano numerosi siti che servivano proprio ad accedere a questo tipo di file. Mega funziona in maniera molto diversa e più simile a Google Drive o DropoBox: in sostanza è un servizio di hard disk remoto nel quale ogni utente può caricare i suoi file e, se vuole, renderli disponibili ad altri utenti.

Mega offre 50 giga di spazio da usare gratuitamente, e fino a quattro tera pagando un abbonamento. I file che vengono caricati subiscono un processo di cifratura, la cui chiave è posseduta soltanto dall’utente che li ha messi online. In questo modo lo staff di Mega non sa cosa i suoi utenti caricano sul sito e, secondo Dotcom, questo non li rende responsabili di eventuali violazioni dei diritti d’autore. Inoltre, gli utenti non possono condividere liberamente i propri file, ma devono possedere l’indirizzo email della persona con cui desiderano fare lo scambio. Per questo Mega viene spesso utilizzato anche per motivi professionali e del tutto legali, anche se sul servizio sono presenti file che violano il diritto d’autore (come sono presenti su tutti gli altri servizi di hard disk remoto, come GoogleDrive).

Nel caso di Mega e di quasi tutti gli altri siti oscurati dalla procura di Roma non sono stati chiusi fisicamente i server che ospitano i file che violano i diritti d’autore, ma sono stati soltanto bloccati i loro indirizzi IP. I siti rimangono quindi accessibili utilizzando programmi che cambiano i DNS, come ad esempio l’estensione Hola, per il browser Google Chrome.