Un altro giorno di guerra a Gaza
I palestinesi uccisi sono oltre 330, i feriti più di 2mila: e una tregua tra Hamas e Israele sembra ancora lontana
Per tutta la giornata di sabato sono andati avanti gli intensi bombardamenti israeliani su Gaza, mentre l’operazione via terra nella Striscia ordinata dal primo ministro Benjamin Netanyahu è proseguita per il terzo giorno consecutivo. L’esercito israeliano ha detto di avere individuato 34 tunnel sotterranei – la distruzione dei tunnel è l’obiettivo che Netanyahu ha indicato come primario dell’operazione israeliana di terra – alcuni dei quali collegano la Striscia di Gaza direttamente a Israele. Sabato è stato anche il giorno con più morti da parte israeliana da quando – dodici giorni fa – è iniziata l’operazione “Margine di protezione” contro Hamas: sono stati uccisi due soldati a Gaza e un civile in territorio israeliano.
In diverse città del mondo si sono tenute di nuovo alcune manifestazioni filo-palestinesi, contro l’invasione di terra di Israele nella Striscia di Gaza (ci sono stati scontri soprattutto a Parigi). Intanto le manovre diplomatiche per raggiungere una tregua sembrano a un punto morto. I punti di disaccordo tra Israele e Hamas sembrano essere in particolare due: i palestinesi riarrestati poche settimane fa dopo essere stati scarcerati nell’ambito dell’accordo per la liberazione del soldato israeliano Shalit; e l’embargo di Israele sulla Striscia di Gaza. Hamas ha detto che se Israele non accetterà le sue posizioni su questi due temi, non ci sarà alcun accordo. Oggi il numero dei palestinesi uccisi dall’inizio dell’operazione militare israeliana ha superato i 330: ci sono anche oltre 2mila feriti, e decine di migliaia di sfollati.