Manuel Noriega contro “Call of Duty”
L'ex dittatore di Panama vuole dei soldi dalla Activision per avere sfruttato e danneggiato la sua immagine in un'edizione del famoso videogioco di guerra
Manuel Noriega, 80enne ex dittatore dello stato centroamericano di Panama dal 1983 al 1989, ha fatto causa all’azienda produttrice di videogiochi Activision per avere danneggiato la sua reputazione includendo nel famoso gioco di guerra Call of Duty: Black Ops II un personaggio ispirato a lui, raffigurato come un «rapitore, omicida e nemico dello stato». Secondo Noriega, spiega CNN, «poiché l’azienda ha usato la sua immagine e il suo nome per fare soldi, ha diritto a una parte dei ricavi» prodotti dal videogioco. Activision, una delle più importanti case di produzione di videogiochi, non ha ancora commentato la vicenda.
In Call of Duty: Black Ops II, uscito nel 2012 e parte di una famosa saga di videogiochi di guerra per consolle e PC, spiega The Verge, è effettivamente contenuto «un personaggio che assomiglia al vero Manuel Noriega e che è inoltre chiamato Manuel Noriega, che prima assiste la CIA ma poi la tradisce». Nel gioco sono presenti altri personaggi tratti dal mondo reale come l’ex colonnello dell’esercito statunitense e commentatore politico Oliver North – che ha anche doppiato il proprio personaggio e lavorato come consulente per gli sviluppatori del gioco – e David Petraeus, ex generale dell’esercito statunitense e capo della CIA.
Il vero Noriega, nato a Panama City nel 1934, fu realmente reclutato dalla CIA negli anni Cinquanta, mentre studiava in un’accademia militare in Perù. Tornato in patria, fece carriera nell’esercito. Diventato dittatore nel 1983, per alcuni anni fu un importante alleato degli Stati Uniti poiché nemico del governo sandinista – di sinistra – in Nicaragua e del Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale (FMLN) di El Salvador, un’organizzazione politica di sinistra. Poi, strinse alcuni legami con il grosso trafficante di droga colombiano Pablo Escobar, che al tempo gestiva uno dei più grossi cartelli di droga del mondo, quello di Medellín. Gli Stati Uniti decisero allora di non sostenere più Noriega e gli offrirono dei soldi affinché lasciasse Panama. Noriega rifiutò e il 20 dicembre 1989 gli Stati Uniti invasero Panama con 27mila soldati.
Al quinto giorno di invasione Noriega si rifugiò dal Nunzio Apostolico, l’ambasciata del Vaticano a Panama. Fu ospitato in una stanza senza aria condizionata né televisione, l’edificio fu circondato da soldati americani che non potevano entrarvi ma gli fecero “pressioni psicologiche” per farlo uscire, nella cosiddetta “Operation Nifty Package”. Musica rock ad altissimo volume 24 ore al giorno (suonarono molte volte “I Fought the Law” dei Clash, pare), rombo di motori dei mezzi militari, fuoco e fumo da un campo vicino appositamente incendiato. Noriega si arrese dopo dieci giorni, il 3 gennaio del 1990, uscì e fu arrestato. Nel 1992 venne condannato negli Stati Uniti a 40 anni di carcere, poi ridotti a 30, per traffico di droga e riciclaggio. Dopo diciassette anni passati nel carcere di Miami, nel 2010 venne estradato e portato in Francia, dove nel frattempo era stato condannato in contumacia per riciclaggio. Un anno dopo è stato estradato anche dalla Francia: ora si trova in prigione a Panama, dove è stato condannato per alcuni reati commessi durante la dittatura (come l’uccisione di tre suoi oppositori).
Riguardo la sua causa contro Activision, Jas Purewal, un esperto contattato da BBC, ha detto che «negli Stati Uniti le persone hanno il cosiddetto diritto alla divulgazione, che gli dà la possibilità di controllare in che modo vengano rappresentate in prodotti commerciali come i videogiochi: Lady Gaga, per esempio, ha fatto causa all’azienda di videoghiochi Mind Candy per la rappresentazione di un personaggio chiamato “Lady Goo Goo” nel suo gioco Moshi Monsters». Purewal, però, ha aggiunto che non è chiaro su quale base Noriega abbia fondato la sua causa, dal momento che non é né un cittadino né un residente americano.
foto: Noriega nel 1989 (MANOOCHER DEGHATI/AFP/Getty Images)