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  • Mercoledì 16 luglio 2014

Una politica francese è stata condannata per aver paragonato una ministra a una scimmia

Un tribunale ha condannato Anne-Sophie Leclère del Front National a 9 di mesi carcere, 5 anni di ineleggibilità e una multa (vi ricorda qualcosa?)

French Justice Minister Christiane Taubira arrives at the Hotel Matignon in Paris to attend a cabinet meeting on July 10, 2014. AFP PHOTO /KENZO TRIBOUILLARD (Photo credit should read KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images)
French Justice Minister Christiane Taubira arrives at the Hotel Matignon in Paris to attend a cabinet meeting on July 10, 2014. AFP PHOTO /KENZO TRIBOUILLARD (Photo credit should read KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images)

È passato giusto un anno da quando Roberto Calderoli alla festa della Lega a Treviglio aveva detto, riferendosi all’allora ministra Cécile Kyenge: «Quando la vedo non posso non pensare a un orango». Un caso simile, ma con ben diverse conseguenze, si è verificato in questi giorni in Francia. Martedì 15 luglio Anne-Sophie Leclère, ex candidata del Front National – partito di estrema destra francese guidato da Marine Le Pen – è stata condannata dal Tribunale di Cayenne (capoluogo della Guyana francese) a nove mesi di carcere senza condizionale e a cinque anni di ineleggibilità per aver paragonato la ministra della Giustizia Christiane Taubira a una scimmia. Il giudice ha accompagnato la pena con una multa personale di 50 mila euro e ha anche ordinato al Fronte Nazionale di pagare 30 mila euro. La condanna ha superato le richieste dell’accusa: la denuncia era stata presentata dall’associazione “Walwari”, operativa in Guyana francese, di cui è originaria Taubira. Leclère – che non si è presentata alle udienze e non aveva assunto un avvocato – avrà ora la possibilità di presentare ricorso.

scimmiaok

Leclère – una commerciante di 33 anni – si era presentata come capolista per l’FN alle legislative del 2012 nella prima circoscrizione, quella delle Ardenne, ottenendo il 16,76 per cento dei voti. Proprio in quel periodo aveva pubblicato sulla sua pagina Facebook la foto di un cucciolo di scimmia accanto a quella della ministra della Giustizia, Christiane Taubira, accompagnata dalla frase: “A 18 mesi” e “Ora”. Il fotomontaggio iniziò a circolare sui social network: Leclère venne intervistata su France 2 il 17 ottobre e spiegò che si trattava di uno “scherzo” che non aveva “niente a che fare” con il razzismo. Venne comunque sospesa con un provvedimento dal partito nel mese di dicembre: Florian Philippot, vicepresidente del FN, aveva commentato che si era trattato di «un errore di selezione».

Dopo la sentenza, il Front National in una nota ufficiale ha definito la sentenza «un’imboscata giudiziaria» dato che né il partito né l’imputata sono riusciti a trovare a Cayenne «un avvocato in grado di difenderli»; ha chiesto la sospensione del giudice e ha scritto: «Chiaramente al tribunale di Cayenne le regole non vengono applicate, dobbiamo denunciare con forza queste incredibili violazioni del nostro stato di diritto». Marine Le Pen non è intervenuta direttamente ma suo padre Jean-Marie Le Pen, fondatore e presidente onorario del FN, ha dato il suo sostegno a Leclère definendo i giudici «traditori della legge e trasgressori della morale».

 

Un rappresentante del Front National in Guyana, René Tran Van Nghia, ha parlato di condanna “politica e ridicola”, mentre il vicepresidente del partito Florian Philippot ha parlato di una sentenza “grottesca” e “sproporzionata”. Stéphane Le Foll, portavoce del governo, ha dichiarato di non voler emettere un giudizio sulla sentenza: «Io non aggiungo un giudizio al giudizio, condanno quello che è un atto di razzismo». Le associazioni anti-razzismo hanno commentato la sentenza favorevolmente. SOS Racisme per esempio ha scritto: «Questo partito, la cui matrice è l’odio verso l’altro, dovrebbe smettere di far finta di scoprire il profilo razzista e antisemita dei suoi candidati solamente quando viene fuori una controversia pubblica».