La mostra di Álvaro Siza a Rovereto
Modelli, bozzetti e fotografie del grande architetto portoghese a cui si devono, tra le altre cose, le riqualificazioni di Kreuzberg a Berlino e del Chiado a Lisbona
Dal 4 luglio all’8 febbraio 2015 il Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto ospiterà la mostra Álvaro Siza. Inside the human being, dedicata all’architetto portoghese Álvaro Siza, uno dei più importanti dell’ultimo mezzo secolo. Siza ha vinto nel 1992 il premio Pritzker, il più importante riconoscimento internazionale di architettura, e nel 2012 la Biennale di Venezia gli ha assegnato il Leone d’Oro alla carriera perché, tra le altre cose, «pare essere sempre davanti a tutti, apparentemente non toccato e non intimorito dalle sfide pratiche e intellettuali che pone a se stesso».
Siza è nato nel 1933 a Matosinhos, vicino a Porto, e nel 1955 si è laureato in Architettura all’università di Porto, dove nel 1976 è diventato titolare della cattedra di Costruzioni. Le sue prime opere sono della metà degli anni Cinquanta, e dagli anni Settanta in poi, dopo la caduta del regime autoritario di António Salazar, si è dedicato soprattutto all’architettura dell’edilizia popolare. Il suo stile viene spesso chiamato “modernismo poetico” per la capacità di introdurre elementi creativi ed emotivi.
Molti suoi lavori si trovano a Porto e a Lisbona (il ripensamento del quartiere del Chiado è stato la ragione del premio Pritzker) ma a partire dagli anni Novanta i suoi progetti sono stati richiesti e realizzati in tutto il mondo: il risanamento del quartiere di Kreuzberg a Berlino, il Centro de Art Gallego, a Santiago de Compostela, in Spagna, abitazioni – tra cui il famoso condominio a Berlino soprannominato per un graffito “Bonjour Tristesse” – scuole, università in tutta Europa, centri culturali in Asia e Sud America e, in Italia, alcune stazioni della metropolitana di Napoli e il restauro del palazzo Donnaregina, sede del museo MADRE. Tra le sue opere più importanti in Portogallo ci sono il ristorante di Boa Nova, a Matosinhos (1963), la Piscina Leca, a Palmeira (1966),e la Facoltà di Architettura di Porto (Portogallo, 1993).
La mostra è curata dall’architetto Roberto Cremascoli, con la partecipazione di Álvaro Siza e di Chiara Porcu, che si occupa da vent’anni dell’archivio di Siza; il progetto dell’allestimento è dello studio Cremascoli, Okumura, Rodrigues Arquitectos, e il catalogo è pubblicato da Electa.