Le ultime dalla Striscia di Gaza
Gli attacchi continuano e così anche i lanci di razzi, tre hanno raggiunto Tel Aviv: i palestinesi dicono che ci sono più di 80, oggi se ne discute all'ONU
Gli attacchi di Israele nella Striscia di Gaza, in risposta al lancio di razzi in territorio israeliano da parte di Hamas, sono proseguiti nella notte tra mercoledì 9 e giovedì 10 luglio. L’esercito ha bombardato e lanciato missili verso decine di obiettivi, soprattutto edifici in cui – secondo l’intelligence israeliana – si riuniscono e si organizzano i miliziani di Hamas.
Nella sola giornata di mercoledì, hanno spiegato i militari israeliani, Hamas ha lanciato 82 razzi verso il territorio israeliano: 21 sono stati intercettati e distrutti dal sistema antiaereo di Israele mentre almeno tre hanno raggiunto Tel Aviv, uno dei centri urbani ed economici israeliani più importanti. Era da parecchi anni che i razzi sparati da Gaza non colpivano così lontano. Tra israeliani e palestinesi la tensione è aumentata da qualche settimana in seguito al ritrovamento dei corpi dei tre ragazzi israeliani rapiti a metà giugno e a causa dell’uccisione di un ragazzo palestinese, condotta da un gruppo di ebrei estremisti forse per ritorsione.
Da martedì scorso, gli attacchi aerei condotti da Israele in risposta al lancio dei razzi sono stati almeno 230 e hanno interessato 600 diversi obiettivi. Secondo le autorità palestinesi hanno causato la morte di più di 80 persone, in molti casi civili compresi donne e bambini. Nelle prime ore di giovedì 10 luglio, 8 palestinesi sono morti in un attacco aereo che ha distrutto la loro abitazione a sud di Khan Younis, sempre nella Striscia di Gaza. Un portavoce dell’esercito israeliano ha spiegato che si è trattato di una “tragedia” e che le cose sono andate diversamente dai piani, perché le persone sono rientrate prematuramente nell’edificio dopo avere ricevuto la telefonata con cui di solito l’esercito avvisa che sta per essere condotto un attacco nelle vicinanze (Israele da anni accusa Hamas di usare i civili come scudi umani). Altre 9 persone sono morte in un attacco che ha distrutto parte di un bar sempre nella zona.
In una intervista alla CNN, il presidente di Israele Shimon Peres non ha escluso che nei prossimi giorni possa essere organizzato un intervento militare via terra nella Striscia di Gaza. Al confine sono segnalati da giorni movimenti di carri armati e di soldati e lo stesso governo israeliano ha fatto intendere che potrebbe esserci un’intensificazione del conflitto. Mustafa Barghouti, membro del Consiglio legislativo palestinese, ha accusato Israele di essere al lavoro per “preparare un’invasione via terra che potrebbe portare a un enorme massacro nella Striscia di Gaza”.
Secondo Barghouti, Hamas avrebbe proposto una tregua, che sarebbe stata rifiutata dal governo israeliano: «Netanyahu sembra essere determinato a proseguire questa guerra terribile». La versione di Barghouti sulla proposta di una sospensione del conflitto non trova però molte conferme. Il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, ha confermato che gli attacchi verso la Striscia di Gaza continueranno a esserci, e potranno diventare più frequenti, fino a quando Hamas e gli altri gruppi armati non avranno smesso di lanciare i loro razzi verso il territorio israeliano.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha invitato il governo di Israele e i militanti palestinesi a sospendere il conflitto, ricordando che la zona “non può sostenere un’altra guerra”. Ban ha ricordato che più il conflitto si intensifica più è difficile tornare indietro ed evitare “una spirale di violenza che potrebbe finire fuori controllo molto velocemente”. Ha chiesto ad Hamas di interrompere il lancio di razzi e a Israele di rispettare le leggi internazionali, tutelando i civili. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà nelle prossime ore per discutere la situazione in Israele, ma difficilmente assumerà soluzioni incisive per portare a una tregua.