Come sarà il Canale del Nicaragua
Dopo molte discussioni, è stato scelto il percorso: sarà lungo 278 chilometri e permetterà di passare dall’oceano Atlantico al Pacifico in alternativa a quello di Panama
Il governo del Nicaragua e la società HK Nicaragua Canal Development Investment (HKND) con base a Hong Kong, cui è stata affidata la concessione per la costruzione del Gran Canal Interoceanico, hanno scelto il percorso tra i sei che erano stati proposti. Il Canale permetterà di passare dall’oceano Atlantico al Pacifico senza dover navigare fino a Capo Horn e sarà dunque alternativo al canale di Panama. Il progetto era stato approvato nel giugno del 2013 dall’assemblea nazionale del Nicaragua, con un voto a maggioranza dei deputati.
Il canale sarà lungo 278 chilometri e andrà da Punta Gorda nel Mar dei Caraibi alla foce del fiume Brito sul Pacifico passando per 105 chilometri attraverso il Lago Nicaragua e lungo il fiume Tule. Sarà largo tra i 230 e i 520 metri e avrà una profondità trai 27,6 e i 30 metri. L’investimento per la costruzione sarà di circa 40 miliardi di dollari, ma non ci sono molti altri dettagli sul tipo di finanziamento. Si prevede che la costruzione inizierà a dicembre per concludersi, dopo cinque anni, nel 2019. Ci sono poi diversi altri progetti legati a quello del canale, come ad esempio due accessi lungo il percorso collegati da una ferrovia e un aeroporto. Circa 277 villaggi saranno direttamente interessati dalla nuova opera, altri 326 lo saranno in modo indiretto.
L’attuale via di comunicazione navale che permette alle navi di spostarsi tra i due Oceani è il canale di Panama: nel 1901 gli Stati Uniti ottennero dal governo colombiano (all’epoca Panama faceva parte della Colombia) l’autorizzazione per costruire e gestire il Canale per cento anni.
Nel 1903 il governo della Colombia decise di non ratificare l’accordo. Gli Stati Uniti sostennero una sommossa a Panama e minacciarono l’intervento dell’esercito se fosse avvenuta la reazione del governo. Panama divenne in seguito una Repubblica indipendente ma sotto la tutela degli Stati Uniti, che ottennero l’affitto perpetuo della Zona del Canale e l’autorizzazione a iniziare gli scavi. I lavori furono avviati nel 1907 e si conclusero il 3 agosto 1914. La grande quantità di traffico ha portato però alla decisione di un suo ampliamento, la cui conclusione è prevista per il giugno del 2015, nonostante diversi problemi (costerà insomma più del previsto).
Tornando al Nicaragua, ci sono diverse critiche alla costruzione del canale: quelle degli ambientalisti, innanzitutto, dato che non sono stati ancora fatti gli studi sull’impatto ambientale e sociale. La commissione incaricata di costruire il canale ha detto che gli studi saranno condotti in base al tracciato scelto e potrebbero portare a qualche cambiamento nel progetto iniziale. C’è poi chi sostiene che ci sono voluti più di cinque anni agli Stati Uniti per costruire un canale lungo un terzo rispetto a quello del Nicaragua e c’è chi, dall’opposizione, ha accusato il governo di voler fare solo propaganda e creare «false speranze di futura prosperità tra i nicaraguensi». La società cinese che ha poi ottenuto il diritto di realizzare il canale, ne sfrutterà i proventi per un periodo di 50 anni rinnovabili. Ma questo significherebbe “mettere in vendita il paese”, come sta scritto nel documento presentato lo scorso giugno da diverse organizzazioni e partiti di opposizione:
«Stiamo dando in dono le due più importanti risorse strategiche del paese: la nostra posizione geografica, come un istmo situato tra due oceani, e l’acqua potabile del nostro lago e dei fiumi. Questa è un’enclave all’interno del nostro territorio nazionale, dove le autorità nicaraguensi future non avranno più alcun potere o giurisdizione».
Il governo ha risposto che le tecniche di ingegneria e costruzione sono ben altre rispetto a quelle del 1914, quando cioè fu completata la costruzione del Canale di Panama, che un canale più grande è essenziale per permettere un aumento del commercio mondiale e il passaggio di petroliere sempre più grandi e troppo grandi anche per il Canale di Panama dopo la sua espansione. Wang Jing, amministratore unico della Xinwei (azienda di telecomunicazioni cinese che si è aggiudicata un appalto per la gestione di impianti wi-fi in Nicaragua) e che è anche titolare della HK Nicaragua Canal Development Investment ha detto: «Questa opera sarà la più grande mai realizzata nella storia dell’umanità, e aiuterà il popolo del Nicaragua». Il presidente Ortega ha infine spiegato che saranno creati migliaia di nuovi posti di lavoro e che più di 400 mila persone usciranno dalla povertà, grazie ai ricavi che deriveranno dal progetto.