La Catalogna ha multato Airbnb
La comunità autonoma spagnola vuole bloccare il popolare servizio online per affittare case e stanze per brevi periodi di tempo
Il governo della Catalogna, la comunità autonoma della Spagna che ha come capoluogo Barcellona, ha imposto il pagamento di una multa da 40mila euro alla società statunitense Airbnb, il servizio per trovare e affittare stanze o intere case online per brevi periodi di tempo. Ogni giorno centinaia di migliaia di persone in giro per il mondo usano Airbnb per trovare una sistemazione alternativa agli alberghi, cosa che nel tempo ha portato a diverse proteste da parte degli albergatori e degli enti del turismo di alcuni paesi. È la prima volta che il servizio viene multato nell’Unione Europea, e potrebbe portare all’avvio di iniziative legali simili in altri stati membri.
Secondo la Catalogna, Airbnb non rispetta le leggi locali per l’affitto delle case e dovrà quindi mettersi in regola, se vuole continuare a fornire i suoi servizi nella regione. Una legge in vigore dal 2012 prevede che gli appartamenti affittati per turismo debbano essere registrati presso l’ente del turismo catalano, agenzia che dipende direttamente dal ministero del Turismo. Il registro serve per tenere sotto controllo gli affitti e per dare qualche garanzia in più agli albergatori tradizionali. La legge locale vieta inoltre di affittare singole stanze all’interno degli appartamenti. Oltre ad Airbnb, sono state multate altre sette società che gestiscono servizi simili.
Airbnb esiste dal 2008 e offre più di mezzo milione di soluzioni in affitto in oltre 190 paesi del mondo. Il servizio può essere usato tramite web o con una applicazione per smartphone: si effettua una ricerca geografica indicando le date in cui ci si troverà in un posto, si sceglie la casa tra quelle proposte (con foto, descrizioni e recensioni) e si effettua la prenotazione. Il pagamento avviene direttamente con carta di credito ed è gestito da Airbnb, che trattiene per sé una percentuale per il servizio. Il denaro viene poi inviato a chi aveva messo la propria casa a disposizione attraverso Airbnb.
La facilità di utilizzo e la possibilità di trovare sistemazioni molto convenienti, spesso più delle offerte che fanno gli alberghi, hanno permesso ad Airbnb di crescere rapidamente e di diventare una delle soluzioni più apprezzate da chi viaggia e vuole un’esperienza diversa da quella classica data dagli albergatori. Molti viaggiatori dicono di preferire questa soluzione perché permette di entrare più in contatto con i locali, con le loro abitudini e lo loro tradizioni. Per altri è semplicemente un modo di spendere meno, pur mantenendo qualche garanzia sulla casa dove si passerà qualche giorno, o anche una sola notte. Airbnb ha un valore stimato intorno ai 10 miliardi di dollari, e continua a ricevere numerosi investimenti.
Una portavoce di Airbnb ha spiegato al Wall Street Journal di essere rimasta sorpresa dalla decisione della Catalogna: “Barcellona dovrebbe essere un posto all’apice dell’innovazione, e siamo dispiaciuti nel vedere una simile decisione che colpisce diverse società e che non permetterà alla città di restare al passo coi tempi”. Airbnb ha inoltre annunciato che rivedrà con i suoi legali la decisione della Catalogna, per valutare un possibile appello. La società ha inoltre ricordato di avere contribuito alla creazione di circa 4mila posti di lavoro solo a Barcellona, portando a 128 milioni di euro di ricavi.
Oltre ad avere annunciato la multa, il governo della Catalogna ha fatto sapere che in futuro potrebbe decidere di bloccare gli accessi ad Airbnb dalla sua regione. Il governo locale non ha però i poteri per bloccare l’accesso a determinati siti o servizi online, quindi per farlo dovrebbe trovare un accordo di altro tipo con i fornitori di connessioni a Internet, cosa che appare improbabile.
Il blocco non impedirebbe comunque alle persone fuori dalla Catalogna di cercare e prenotare una casa a Barcellona o nei paraggi su Airbnb. Semmai potrebbe rivelarsi un problema per chi pubblica gli annunci, che presumibilmente si trova nella regione.
Nel 2013 i turisti in Catalogna sono stati oltre 15,6 milioni. A maggio dello scorso anno il governo ha preso in esame un centinaio di casi, portati alla sua attenzione da altrettanti cittadini che lamentavano la presenza di turisti rumorosi e in quantità fuori controllo in alcuni appartamenti in affitto per le vacanze. Sono state emesse multe fino a 90mila euro nei confronti dei responsabili, accusati di avere violato le leggi locali sulle modalità di affitto degli appartamenti.