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  • Martedì 8 luglio 2014

Cosa dice il più grande studio mai realizzato sui figli delle coppie gay

In sintesi: che sono mediamente più sani e felici degli altri

Same sex couple Olga Miranda (R) and Matilde Custodio (L) hold their daughter Carolina during a walk in the park in Lisbon on February 23, 2014. Matilde Custodio, 35 years old, call center operator and her girlfriend Olga Miranda, 31 years old, manager of a gourmet company have lived together for 10 years before deciding to have a child by artificial insemination. In Portugal the law allowing gay marriage, passed in January 2010, specifically excludes the right to adopt for homosexual couples making Olga's adoption of Carolina (14 months) impossible. AFP PHOTO/ PATRICIA DE MELO MOREIRA (Photo credit should read PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP/Getty Images)
Same sex couple Olga Miranda (R) and Matilde Custodio (L) hold their daughter Carolina during a walk in the park in Lisbon on February 23, 2014. Matilde Custodio, 35 years old, call center operator and her girlfriend Olga Miranda, 31 years old, manager of a gourmet company have lived together for 10 years before deciding to have a child by artificial insemination. In Portugal the law allowing gay marriage, passed in January 2010, specifically excludes the right to adopt for homosexual couples making Olga's adoption of Carolina (14 months) impossible. AFP PHOTO/ PATRICIA DE MELO MOREIRA (Photo credit should read PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP/Getty Images)

Secondo un recente studio – che è anche il più grande mai realizzato al mondo sull’argomento – i figli e le figlie di genitori dello stesso sesso hanno un maggior stato di salute e benessere rispetto alla media dei loro coetanei. Lo studio è stato condotto a partire dal 2012 da un gruppo di ricercatori dell’università di Melbourne, in Australia, su 315 genitori (80 per cento donne, 18 per cento uomini e 2 per cento di altro genere) e su 500 bambini tra zero e diciassette anni, con l’obiettivo di misurare il loro stato di salute, ossia il loro benessere fisico, mentale e sociale. Lo studio si basa sulla definizione di “salute” data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, intesa non semplicemente come “assenza di malattia o infermità”.

Va detto subito che studio si basa sui risultati delle relazioni fornite volontariamente da alcuni genitori. L’indagine, inoltre, si è focalizzata sulle coppie dello stesso sesso inserite in un preciso contesto sociale, culturale ed economico: quello dell’Australia. La stessa indagine potrebbe avere risultati diversi in altri paesi, dove intervengono diversi fattori culturali. Lo studio, infine, non mette direttamente a confronto genitori dello stesso sesso con genitori eterosessuali, ma con i dati della popolazione australiana in generale.

Gli indicatori utilizzati per i questionari avevano a che fare con autostima, emotività, tempo trascorso con i genitori, stato di salute e coesione familiare. In particolare i risultati mostrano che i bambini cresciuti in una same-sex family ottengono i punteggi più alti (del 6 per cento superiori a quelli della popolazione in generale) per quanto riguarda la salute e la coesione familiare. Questo avviene soprattutto perché i genitori dello stesso sesso sfuggono ai cosiddetti ruoli di genere, per cui tradizionalmente la donna resta a casa a prendersi cura dei bambini e il padre esce dalla casa per lavorare e mantenere la famiglia. In una coppia dello stesso sesso c’è più libertà rispetto gli stereotipi di genere e i ruoli si adattano maggiormente ai desideri e alla propensione dei singoli, maschi o femmine che siano. «Questo porta alla creazione di un nucleo familiare più armonioso, che alimenta di conseguenza una migliore salute e un miglior benessere», ha spiegato Simon Crouch, responsabile del progetto.

Lo studio ha poi analizzato la “salute” di questi bambini in relazione alle discriminazioni a cui sono sottoposti durante lo sviluppo, che vanno dai commenti alle prese in giro, dal bullismo all’omofobia fino al rifiuto. Più è forte la stigmatizzazione (che riguarda due bambini su tre) più questa influisce negativamente su quei dati di salute e benessere; ma comunque non influisce abbastanza da modificare il risultato finale sul confronto con la popolazione in generale. Secondo il report pubblicato durante lo studio, a causa della situazione in cui si trovano, questi bambini hanno un maggior desiderio di comunicare e affrontare con i loro genitori quello che subiscono. E il modo in cui le discriminazioni vengono affrontate in famiglia ha su di loro effetti positivi: favorisce la loro apertura mentale, rafforza il loro carattere e anche il loro legame con i genitori.