Il salario minimo in Germania
Il Parlamento federale ha approvato una legge che permetterà ai lavoratori tedeschi di guadagnare almeno 8,50 euro l'ora: ma ci sono eccezioni e polemiche
Il Bundestag, il parlamento federale tedesco, ha approvato un disegno di legge del governo sul salario minimo, per la prima volta nella storia della Germania. La legge garantisce ai lavoratori tedeschi un salario di almeno 8,50 euro lordi l’ora. L’approvazione del disegno di legge sul salario minimo faceva parte del patto di governo che aveva portato a dicembre alla formazione della “grande coalizione” tra il partito di centrosinistra della SPD e quello di centrodestra, la CDU, guidato dalla cancelliera Angela Merkel. La legge deve ancora essere approvata dal Consiglio federale tedesco.
La Germania era una delle sette nazioni dell’Unione Europea a non avere una legge sul salario minimo (tra queste c’è anche l’Italia, che però ha un robusto sistema di contrattazione collettiva): prima i sindacati e i rappresentanti delle imprese decidevano autonomamente la paga minima dei lavoratori. La legge entrerà in vigore il primo gennaio 2015 ma alcuni settori avranno due anni di tempo per adattarsi. Si stima che circa 3,7 milioni di salari aumenteranno in conseguenza della nuova legge, che però non verrà applicata immediatamente a tutti i lavoratori: sono esclusi per ora gli stagisti, i lavoratori stagionali e i minorenni. Anche a chi è stato disoccupato per un lungo periodo non verrà garantito il salario minimo per i primi sei mesi di lavoro.
Durante la discussione sulla legge molti avevano criticato il fatto che un salario minimo per gli stagisti avrebbe drasticamente ridotto il numero dei contratti di questo tipo, che secondo molti sono vantaggiosi sia per i giovani lavoratori che per le aziende. L’esclusione di questa categoria dalla legge sul salario minimo infatti è stata una decisione presa all’ultimo momento, in un emendamento molto contestato, soprattutto da Frank Bsirske, leader del sindacato dei Ver.di. Nonostante questa modifica, secondo alcuni economisti e proprietari di imprese la nuova legge distruggerà comunque centinaia di migliaia di posti di lavoro, specialmente quelli dei lavoratori non specializzati e soprattutto nelle regioni più povere, come quelle della Germania Est. Altri analisti sostengono che potrebbe rendere la Germania meno competitiva, oppure indurre le imprese a spostare la produzione all’estero, in nazioni dove i salari sono più bassi. L’Ifo, un istituto per la ricerca economica tedesco, dice che si potrebbero perdere 900 mila posti di lavoro, soprattutto part-time. Secondo altri economisti, invece, la legge potrebbe sostenere i consumi dei lavoratori e quindi alla lunga favorire anche le imprese e la creazione di posti di lavoro.