Sarkozy è in stato di accusa (e libero)
È stato rilasciato stanotte dopo 18 ore di fermo, è sospettato di reati che potrebbero costargli il carcere e l'interdizione dai pubblici uffici: lui però dice di non aver mai commesso atti contro la legge
Aggiornamento delle 19.00: L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy ha detto in un’intervista al canale francese TF1, rivolgendosi ai telespettatori, di non aver mai tradito la loro fiducia. Sarkozy ha sostenuto di non avere «mai commesso atti contro i principi della Repubblica o contro la legge.» Ha poi detto che «la situazione è sufficientemente seria per far capire ai francesi a che punto siamo arrivati nello sfruttamento politico di parte del sistema giudiziario.»
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Nella notte tra martedì 1 e mercoledì 2 luglio, dopo essere stato interrogato per tutta la giornata all’Ufficio centrale di lotta contro la corruzione e le infrazioni finanziarie a Nanterre, alla periferia di Parigi, l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è stato messo in stato di accusa per “corruzione attiva”, “traffico d’influenza” e “ricettazione della violazione del segreto istruttorio”. L’atto d’accusa (in francese “mise en examen”) comunica che contro di lui esistono indizi “gravi e concordanti” che rendono probabile la sua partecipazione, come autore o come complice, a un reato: nel sistema italiano, è qualcosa di paragonabile a un avviso di garanzia.
In stato di fermo dalle 8 del mattino di martedì, Sarkozy ha lasciato verso le 23.30 l’ufficio della polizia giudiziaria di Nanterre per andare all’ufficio dei giudici che stanno conducendo l’inchiesta in cui è coinvolto, Patricia Simon et Claire Thépaut; intorno alle 2 del mattino, 18 ore dopo l’inizio della sua custodia, ha infine lasciato il loro ufficio: è quindi attualmente libero e non soggetto ad alcun controllo giurisdizionale. Sono stati messi in stato di accusa anche l’avvocato di Sarkozy, Thierry Herzog, e uno dei due magistrati della Corte di cassazione, Gilbert Azibert, coinvolti nella la stessa inchiesta.
Le indagini
Nella primavera del 2013 era stata avviata a Parigi un’inchiesta sui presunti finanziamenti dell’ex presidente libico Muammar Gheddafi alla campagna elettorale di Sarkozy nel 2007. Come parte di questa indagine, erano state messe sotto sorveglianza telefonica diverse persone vicine a Sarkozy nonché lo stesso Sarkozy, a partire dal settembre 2013. Si scoprì poi che Sarkozy usava un secondo cellulare comprato sotto il falso nome di un suo ex compagno di scuola, Paul Bismuth, oggi avvocato in Israele; questo cellulare si collegava sempre a un solo numero che risultò poi essere un cellulare comprato anch’esso sotto falso nome dall’avvocato di Sarkozy, Thierry Herzog. Dalle intercettazioni risulta che i due si scambiavano informazioni dettagliate sull’inchiesta (a quel tempo ancora in corso) sul caso Bettencourt, sulle agende di Sarkozy che erano state sequestrate dalla magistratura, sull’inchiesta relativa al caso Tapie-Crédit Lyonnais, un altro caso in cui potrebbe essere implicato l’ex presidente, su Gilbert Azibert e la promessa di un posto prestigioso a Montecarlo in cambio di informazioni sulle inchieste in corso.
Le accuse
Il “traffico di influenza” – punibile con 5 anni di reclusione e una multa fino a 500 mila euro –è stabilito dall’articolo 433-2 del codice penale francese: consiste nel «sollecitare o accettare, in qualsiasi momento, direttamente o indirettamente, offerte, promesse, regali, o favori di qualsiasi natura per sé o per altri, abusando o facendo un uso improprio della propria influenza reale o supposta, al fine di ottenere da un’autorità o da un’amministrazione pubblica un’occupazione, dei contratti o qualsiasi altro trattamento preferenziale». Il reato di “corruzione” – che è il più grave fra i tre – è disciplinato dall’articolo 433-1 del codice penale e prevede una pena fino a 10 anni di carcere. Secondo quanto riportato da Le Monde questo reato è lo “stadio superiore del traffico d’influenza”. La ricettazione della violazione del segreto istruttorio indica la «disponibilità di un oggetto proveniente da reato», in questo caso le informazioni sulle inchieste.
Se Sarkozy venisse condannato?
Oltre al carcere, se condannato per corruzione Nicolas Sarkozy potrebbe anche – in base all’articolo 432-17 del codice penale – ricevere una pena accessoria che prevede la decadenza dei suoi diritti civili e politici, l’interdizione dai pubblici uffici o dalla professione e l’esclusione dalle liste elettorali per un tempo limitato.
All’inizio dell’anno si era parlato di una possibile nuova candidatura di Nicolas Sarkozy alla presidenza francese nel 2017. Per ora le reazioni da parte del suo partito, l’UMP, sono state piuttosto prudenti: hanno commentato la vicenda solo alcuni dirigenti a lui molto vicini parlando di un «complotto socialista per togliere di mezzo Sarkozy» dalla politica. Lo stesso ex presidente, qualche tempo fa, quando cioè si stavano concretizzando diversi elementi nelle sei inchieste giudiziarie che lo riguardano, aveva detto che la giustizia francese era simile alla “Stasi” dell’ex DDR.