Israele ha attaccato la Striscia di Gaza
Nella notte tra lunedì e martedì ci sono stati almeno 30 attacchi aerei, dopo il ritrovamento dei corpi dei tre ragazzi israeliani scomparsi in Cisgiordania
Nella notte tra il 30 giugno e il primo luglio Israele ha effettuato almeno 30 attacchi aerei nella Striscia di Gaza, in seguito al ritrovamento dei corpi dei tre ragazzi israeliani scomparsi lo scorso 12 giugno in Cisgiordania. Il governo israeliano ha accusato Hamas di essere dietro al rapimento dei tre adolescenti e alla loro successiva uccisione. Ufficialmente, i bombardamenti della notte sono state condotti in risposta a una serie di attacchi con razzi palestinesi avvenuti negli ultimi giorni nel sud del paese. A Jenin, città della Cisgiordania, un palestinese è stato ucciso da alcuni soldati israeliani verso i quali aveva provato a lanciare un ordigno esplosivo.
Dopo il ritrovamento dei tre corpi, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva dichiarato che “Hamas è responsabile e per questo Hamas la pagherà”. Hamas nega di avere responsabilità e sostiene che la vicenda è stata usata come pretesto dal governo di Israele per giustificare un nuovo periodo di guerra contro i palestinesi. L’esercito di Israele ha occupato militarmente buona parte del villaggio di Halhul, in Cisgiordania, dove sono stati ritrovati i cadaveri dei tre ragazzi, uccisi con alcuni colpi di armi da fuoco e successivamente seppelliti nella zona per nascondere i corpi. Nella serata di lunedì è circolata anche la voce che Israele avesse fatto esplodere le case di due sospettati a Hebron, ma un funzionario dell’esercito ha detto ad Associated Press che è stata fatta esplodere soltanto la porta d’ingresso di una delle due abitazioni. Le due persone sospettate del rapimento sono gli attivisti di Hamas Marwan Qawasameh e Amar Abu Aisha, la casa di quest’ultimo è andata a fuoco.
Alla BBC, il viceministro della Difesa israeliano ha detto che Hamas “deve pagare per ciò che ha fatto: dobbiamo dire chiaramente che se uccidi dei ragazzini innocenti mentre stanno tornando a casa da scuola” ci sono delle conseguenze.
I tre ragazzi erano Naftali Frenkel, Gilad Shaar – entrambi di 16 anni – e il diciannovenne Eyal Yifrach. Giovedì 12 giugno erano stati visti l’ultima volta all’uscita dalla loro scuola serale a Gush Etzion, un insediamento israeliano nelle vicinanze di Hebron. Dopo due settimane di ricerche, i servizi segreti di Israele avevano diffuso l’identità dei due principali sospettati del rapimento, dicendo che si trattava di Marwan Qawasmeh e Amar Abu Aisha, «membri di Hamas a Hebron». Nel comunicato si diceva che i due uomini avevano già scontato in passato pene detentive in Israele per aver partecipato ad «attività terroristiche per conto di Hamas».
Qawasmeh ha 29 anni, è stato arrestato quattro volte e ha confessato durante un interrogatorio di appartenere all’ala militare di Hamas e di aver preso parte a varie esercitazioni militari nella zona di Hebron. L’ultima volta fu rilasciato dal carcere nel marzo 2012. Abu Aisha ha 32 anni, fu arrestato una prima volta nel 2005 e successivamente nel 2007: suo padre si trova attualmente in un carcere israeliano, mentre suo fratello fu ucciso nel 2005 nel tentativo di lanciare un esplosivo contro soldati israeliani. Le loro case sono state perquisite circa tre giorni dopo il rapimento, e molti dei loro familiari sono stati arrestati.
Domenica a Tel Aviv migliaia di persone avevano manifestato chiedendo la liberazione dei tre ragazzi. Il ministro dell’Economia di Israele, Naftlai Bennet, aveva detto alla stampa che Hamas verrà “colpita ogni giorno di più” e che deve essere chiaro che far parte del gruppo è “un biglietto verso l’inferno”. I leader dei gruppi palestinesi nella Striscia di Gaza, inclusi Hamas e Jihad Islamico, avevano fatto sapere che “i movimenti di resistenza non rimarranno inattivi di fronte alla condotta di Israele”.