Il 2014 fotografato 130 anni fa
Ragazzi che si baciano, fast food e automobili di Newcastle, che sembrano usciti da un album dell'Ottocento grazie a una vecchia tecnica
Jonathan Keys è un fotografo inglese 41enne che vive a Newcastle, e gira per le strade della città fotografando scene di vita contemporanea con una macchia fotografica vecchia 130 anni. Keys utilizza la tecnica del collodio umido, inventata nella metà dell’Ottocento dall’inglese Frederick Scott Archer, e molto popolare tra il 1850 e il 1880 perché permetteva immagini accurate e dettagliate.
Il procedimento inizia nella camera oscura e prevede che il collodio, mescolato ad alcuni sali, venga versato su una lastra di vetro, poi immersa nel nitrato d’argento che la rende sensibile alla luce. La lastra viene inserita nella macchina fotografica e la fotografia deve essere scattata prima che si asciughi: per questo motivi i soggetti posavano spesso nello studio del fotografo o, se le immagini dovevano essere scattate all’aperto, era necessaria una camera oscura portatile. Una volta pronta, la lastra deve restare esposta alla luce per almeno qualche secondo fino ad alcuni minuti, in base alla quantità della luce. La lastra viene infine sviluppata nella camera oscura, fissata con dei sali e laccata per impedire all’argento di ossidarsi e ottenere così una fotografia duratura negli anni. Il processo richiede almeno 15 minuti per ogni foto, e in un giorno Keys ne scatta da due a sei.
John Keys al lavoro
Il progetto di Keys va avanti da circa tre anni durante i quali ha raccontato con i toni e i colori del passato vecchie stazioni abbandonate, fast food, ragazzini che si baciano in strada e automobili parcheggiate sui marciapiedi. Le sue fotografie sono un’interessante riflessione sul passare del tempo e sul conservarsi e scambiarsi di passato e presente. A prima vista alcune strade ed edifici non sembrano diversi da quelli che avrebbe fotografato nello stesso luogo cent’anni prima, ma guardandole con più attenzione si scoprono alcuni particolari che le riportano subito al presente: graffiti, l’illuminazione elettrica, un vestito o un taglio di capelli.
Nonostante il processo macchinoso e il tempo necessario per scattare ogni foto, Keys è convinto che il suo metodo dia «molta più soddisfazione della fotografia digitale per via del tempo e dell’attenzione richiesti da ogni fotografia» e che sia anche «molto più veloce, perché molti fotografi professionisti passano ore e ore su Photoshop, quindi alla fine ti ritrovi con meno immagini». Altre fotografie di Keys si possono guardare su Flickr.