Una gran storia su Germania-Algeria
Si incontrarono ai Mondiali del 1982, finì come nessuno aveva previsto e ne nacque poi un episodio famoso e discusso: il primo "biscotto"
Alle 22 ora italiana di lunedì si giocherà la partita di ottavi di finale di Coppa del Mondo tra Algeria e Germania: la Germania, avendo vinto con una certa tranquillità il suo girone, arriva come favorita; l’Algeria invece ha passato il turno per un pelo, con una vittoria, un pareggio e una sconfitta. Quella di questa sera non sarà la prima partita tra le due nazionali ai Mondiali: nel 1982 Algeria e Germania giocarono una partita che era iniziata con un pronostico simile a quello di oggi, che era finita in modo sorprendente e che aveva provocato una delle situazioni più discusse della storia del calcio, il primo “biscotto”.
I Mondiali del 1982 si giocarono in Spagna e la Germania Ovest ci arrivò come una delle grandi favorite: aveva vinto gli Europei giocati due anni prima in Italia e si era qualificata ai Mondiali vincendo tutte e otto le partite del suo girone e concludendo con 33 gol fatti e 3 gol subiti. Aveva grandi campioni come Karl-Heinz Rummenigge, Uli Stielike e Paul Breitner. Uno squadrone, insomma: tutto lasciava presagire che contro la semi sconosciuta Algeria – alla sua prima partecipazione a un Mondiale – avrebbe avuto gioco facile.
Nella conferenza stampa prima della partita un giocatore della Germania disse divertito che avrebbero dedicato il settimo gol alle loro mogli e l’ottavo ai loro cani. Un altro disse che avrebbe giocato con il sigaro in bocca. L’allenatore della squadra, Jupp Derwall, scherzò dicendo che se la squadra avesse perso sarebbe saltato sul primo treno per tornare a Monaco. Dopo la partita, Derwall confessò di aver visto la registrazione di una partita dell’Algeria prima dei Mondiali e di aver deciso di non farla vedere ai suoi giocatori per paura che lo prendessero in giro.
Gli algerini scesero in campo un po’ confusi dall’atteggiamento esageratamente borioso dei loro avversari. Qualcuno addirittura pensava che quella dei tedeschi fosse una tattica psicologica per intimorire gli avversari, nessuno pensava davvero che la Germania sarebbe scesa in campo impreparata e con un atteggiamento di tale leggerezza per una partita di Coppa del Mondo.
L’Algeria però non era la squadra sprovveduta che ci si sarebbe potuto aspettare: nelle qualificazioni aveva battuto due volte la rispettata Nigeria e nelle amichevoli di preparazione ai Mondiali aveva vinto contro l’Irlanda, il Benfica e il Real Madrid, giocando un calcio molto veloce e fluido. Ma c’erano altre due cose che avrebbero dovuto far riflettere i tedeschi: siccome una legge algerina proibiva ai calciatori con meno di 28 anni di lasciare il paese, quasi tutti i calciatori giocavano nelle stesse squadre di club e i giocatori dell’Algeria avevano una grande abitudine a giocare insieme; inoltre ad allenare la squadra non erano degli impreparati, ma ex giocatori professionisti che nel 1958, quando giocavano in diverse squadre di club francesi, erano tornati in Algeria per combattere nella guerra di indipendenza e avevano fondato la squadra nazionale quando nel 1962 il paese era diventato indipendente.
Il 16 giugno 1982, insomma, l’Algeria scese in campo e cominciò ad attaccare: non dominarono ma giocarono meglio della Germania. Quel tipo di gioco veloce e offensivo lo chiamavano “la vivacità algerina”. Al 54esimo minuto, con un’azione in contropiede, Rabah Madjer portò l’Algeria in vantaggio. Tredici minuti dopo la Germania pareggiò con Rummenigge, ma non cambiò atteggiamento verso gli avversari. Dal calcio di ripresa dopo il gol, in nove passaggi consecutivi, l’Algeria riuscì a liberare Belloumi solo davanti al portiere: 2-1. Gli ultimi minuti della partita non furono un assedio della Germania: l’Algeria era fisicamente più in forma e continuò ad attaccare fino alla fine della partita, sfiorando anche il gol in un paio di occasioni.
Per l’Algeria fu un risultato storico. Per la Germania una sconfitta incredibile: racconta il Guardian che sui giornali tedeschi la partita venne raccontata come “l’affondamento del Titanic”.
Nella partita successiva l’Algeria venne sconfitta dall’Austria di Georg Schmidt, che vinse 2-0. L’Algeria riuscì a ritrovare un buon gioco nell’ultima partita del girone contro il Cile, e vinse 3-2. A quel punto l’Algeria e l’Austria erano in testa al girone con 4 punti a testa, la Germania – che aveva vinto contro il Cile per 4 a 1 – aveva 2 punti e il Cile era ultimo a 0 punti. Mancava una sola partita da giocare: Austria-Germania. Solo una vittoria della Germania con 1 o 2 gol di scarto avrebbe fatto qualificare le due squadre europee, eliminando l’Algeria.
Al decimo minuto di Austria-Germania Horst Hrubesch portò in vantaggio i tedeschi. Poi non accadde più nulla. Dice il Guardian:
«Rendendosi conto che il risultato avrebbe favorito entrambe le squadre, Germania e Austria smisero di giocare. Per i successivi 80 minuti non ci furono tiri in porta, contrasti, scatti o cross. La partita non era più una gara, ma una cospirazione. Eberhard Stanjek, commentatore per la televisione tedesca ARD, cominciò quasi a piangere in diretta dicendo che si trattava “di una disgrazia che non aveva nulla a che fare con il calcio”. Il commentatore della televisione austriaca, invece, chiese ai telespettatori di spegnere la televisione e si rifiutò di commentare gli ultimi 30 minuti della partita».
I tifosi della Germania non furono meno netti nel condannare la prestazione della loro squadra e si raccolsero fuori dall’albergo dove si trovava la nazionale per protestare: i calciatori risposero lanciando gavettoni d’acqua dalla finestra. Anche gli austriaci si mostrarono piuttosto tranquilli: il capo delegazione Hans Tschak disse in un’intervista che se gli algerini volevano fare uno scandalo «era solo la prova che non avevano abbastanza scuole».
Arrivarono alla FIFA proteste e richieste di sanzioni per Germania e Austria, che di fatto avevano manipolato il risultato della partita. La FIFA decise che da quell’anno in avanti le ultime partite dei gironi dei Mondiali si sarebbero giocate in contemporanea, e così avviene ancora adesso.
I giocatori dell’Algeria, come si dice in questi casi, la presero con filosofia. Il terzino algerino Merzekane sintetizzò così: «Non eravamo arrabbiati, ma tranquilli. Vedere due grandi potenze umiliarsi per eliminare noi fu un tributo all’Algeria. Loro andarono avanti con disonore, noi tornammo a casa a testa alta».
Qualche giorno fa Lakhdar Belloumi, l’eroe della partita del 1982, ha parlato della partita di questa sera dicendo che per l’Algeria potrebbe essere l’occasione per una rivincita. «Questa cosa non metterà pressione sui giocatori. Li ispirerà».
Foto: la squadra algerina qualche mese prima dei Mondiali del 1982
in Francia, dove si trovava per un’amichevole.(AFP)