Che cos’è il Califfato?
La lunga storia del regime islamico che i militanti dell'ISIS hanno annunciato ieri di aver ricostruito tra Iraq e Siria
Domenica 29 giugno i militanti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS) – un gruppo islamista sunnita che nelle ultime settimane ha avviato una vera guerra contro il governo iracheno occupando città e regioni rilevanti – hanno annunciato in un messaggio su Internet la «ricostituzione del califfato» nell’area da loro controllata in Iraq e in Siria pubblicando anche in diverse lingue un documento ufficiale. Il portavoce dell’organizzazione Abu Mohammad al-Adnani ha detto che il nuovo nome dell’ISIS è «Stato islamico» e che il nuovo leader è Abu Bakr al-Baghdadi chiamato “califfo Ibrahim” dal suo primo nome.
Che cos’è il califfato?
Califfo in arabo significa “successore” ed è il titolo attribuito ai successori del profeta Maometto, il fondatore dell’Islam morto nel 632 d.C e che fino ad allora rappresentava l’autorità temporale e spirituale: governava l’Umma (cioè la comunità religiosa), era giudice delle dispute interne, capo delle milizie e principale stratega. Con la morte di Maometto (che non indicò alcun successore) fu necessario trovare un’altra guida temporale per tutti i musulmani. Il primo califfo sunnita della storia fu Abu Bakr, amico di Maometto e padre di sua moglie. Si distinguono tre fasi del califfato (cioè della forma di governo che rappresenta l’unità politica dei musulmani): la prima iniziò con Abu Bakr e fu portata avanti dai tre califfi successivi che avevano conosciuto il Profeta e che governavano da Medina. Il califfo aveva il compito guidare la preghiera, doveva essere riconosciuto come capo di tutti i musulmani, battere moneta, guidare l’esercito. Doveva poi difendere e possibilmente estendere il dominio dell’Islam, assicurare la legge e l’ordine, riscuotere le tasse e, in generale, amministrare la comunità con l’aiuto di alcuni consulenti.
Nel 661 salì al potere la famiglia degli Omayyadi, che instaurò un califfato invece dinastico rimasto in vigore fino al 750 e che spostò la capitale da Medina a Damasco. L’Impero omayyade si estese arrivando in Spagna, fino all’attuale Uzbekistan e all’attuale Pakistan. Nel 749 iniziò la terza fase: i membri della famiglia degli Abbasidi (discendenti da uno zio di Maometto) guidarono un’insurrezione che sterminò tutti i rappresentanti degli Omayyadi e che portò all’instaurazione di un nuovo califfato dinastico: la capitale venne spostata da Damasco a Baghdad, che diventò uno dei maggiori centri culturali e politici dell’epoca. Gli Abbassidi governarono fino al 1258, anno in cui i Mongoli distrussero Baghdad e uccisero l’ultimo califfo. In realtà, un ramo secondario abbaside sopravvisse e trovò rifugio al Cairo fino a quando il titolo di califfo fu assunto dal Sultano ottomano Selim II, nel 1517. Il califfato ottomano si esaurì nel 1925 ad opera di un’Assemblea costituente voluta dal Presidente della nuova Repubblica di Turchia, Ataturk. Da allora la ricostruzione del califfato e di un’unione politica islamica ricorre nei progetti e nelle vicende politiche delle regioni mediorientali.
Dove si trova il nuovo califfato?
Il califfato annunciato dall’ISIS è stato imposto nell’area che va da Mosul (nel nord dell’Iraq) alla periferia di Aleppo (in Siria) e da Rutba (nel sud dell’Iraq) alla periferia di Dayr az Zor (sempre in Siria). Il portavoce dell’ISIS ha anche detto che questo sistema politico è «il desiderio di ogni jihadista». Rivolgendosi agli altri gruppi jihadisti e islamisti, ha spiegato: «Non avete alcuna scusa religiosa per non sostenere questo stato. Sappiate che con l’istituzione del califfato, i vostri gruppi hanno perso ogni legittimità. Tutti devono giurare fedeltà al califfato».
Chi è il nuovo califfo?
L’ISIS venne fondato nel 2000 da Abu Musab al-Zarqawi, un giordano che dagli anni Ottanta e poi Novanta – cioè fin dai tempi della guerra che molti afghani combatterono contro i sovietici che avevano occupato il territorio dell’Afghanistan – era stato uno dei principali rivali di bin Laden. Al Qaida era nata sull’idea di sviluppare una specie di legione straniera sunnita, che avrebbe dovuto difendere i territori abitati dai musulmani dall’occupazione occidentale. L’obiettivo di Zarqawi era invece quello di creare un califfato islamico esclusivamente sunnita sul modello dei primi califfati della storia. Nel 2006, Zarqawi venne ucciso da una bomba americana. Il suo successore fu Abu Omar al-Baghdadi (morto nel 2010): il suo posto fu preso da Abu Bakr al-Baghdadi, l’uomo che ora è stato proclamato leader dei musulmani di tutto il mondo.
Di Abu Bakr al-Baghdadi non si sa molto. Secondo alcune informazioni è nato nel 1971 a nord di Baghdad, si è unito ai ribelli iracheni poco dopo l’invasione guidata dagli Stati Uniti nel 2003 e ha trascorso quattro anni in un campo di detenzione statunitense. Dopo che la sua morte fu annunciata nel 2005, Abu Bakr al-Baghdadi ricomparve, vivo, nel maggio del 2010 come militante dell’ISIS. All’interno di questa organizzazione è stato finora considerato un comandante e uno stratega militare.
Quali sono le conseguenze?
«L’annuncio del califfato è lo sviluppo più importante della jihad internazionale dopo l’11 settembre», ha detto Charles Lister, ricercatore dell’istituto Brookings Doha Center. «Tutti i gruppi legati ad al-Qaida e gli jihadisti indipendenti dovranno ora decidere se appoggiare lo Stato islamico o opporvisi. Questo potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase per il jihadismo transnazionale (…) e un pericolo reale per al-Qaeda e la sua leadership». Il corrispondete di Al Jazeera Imran Khan, ha detto che i vari gruppi sunniti che hanno combattuto finora a fianco dell’ISIS in Iraq non hanno ancora giurato fedeltà al califfato e che, anzi, l’annuncio della sua creazione potrebbe causare al loro interno diversi problemi: la loro ribellione è infatti rivolta contro il governo centrale di Nouri al-Maliki ma non a favore della creazione di un califfato, obiettivo specifico dell’ISIS.