Chi è Jean-Claude Juncker
Breve biografia dell'uomo che ricoprirà una delle cariche più importanti in Europa (e il motivo per cui è così odiato da Cameron)
Venerdì 27 giugno il Consiglio Europeo, il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea, ha deciso che l’ex primo ministro del Lussemburgo Jean-Claude Juncker sarà il prossimo presidente della Commissione Europea. La nomina dovrà essere approvata dal Parlamento Europeo nelle prossime settimane ed è arrivata dopo circa un mese di trattative: per la prima volta, infatti, era stato previsto che il risultato delle elezioni europee – tenute fra il 22 e il 25 maggio 2014 – fosse tenuto da conto nella scelta del presidente. Juncker avrà un compito piuttosto importante e delicato: presiedere l’organo esecutivo dell’UE, che rappresenta gli interessi dell’Europa nel suo insieme e propone al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione Europea la legislazione da adottare.
Juncker era il candidato del Partito Popolare Europeo, il più importante partito europeo di centrodestra, che – semplificando molto – si può definire il vincitore delle elezioni (ha eletto più parlamentari di tutti, 221 su 751): e quindi sarebbe stato il candidato naturale per la carica. Col passare dei giorni, però, la sua candidatura sembrava compromessa: lo stesso Partito Popolare e il Partito Socialista Europeo (il più grande partito europeo di centrosinistra), cioè le due forze più “istituzionali”, avevano perso diversi seggi in favore dei partiti euroscettici, e i governi di alcuni paesi avevano richiesto di tener conto dell’orientamento del voto e scegliere una persona che garantisse una minore continuità con le precedenti legislature.
Il più critico di tutti era stato il primo ministro inglese David Cameron – che ancora ieri ha votato contro la sua elezione, unico capo di governo europeo assieme al controverso primo ministro ungherese Viktor Orbán – seguito dai capi di governo olandese, svedese ed ungherese. Sulle prime, anche Angela Merkel, segretaria della CDU, principale forza del Partito Popolare Europeo e quindi principale sponsor di Juncker, spiegò che “non necessariamente” Juncker doveva diventare presidente della Commissione. Ieri, poi, si è trovato l’accordo sulla base del fatto che non eleggere Juncker avrebbe fondamentalmente significato disattendere le richieste degli elettori e l’impegno stesso dei partiti politici europei, che per la prima volta avevano deciso di indicare il candidato alla presidenza della Commissione prima che si votasse.
Chi è Juncker
Jean-Claude Juncker ha 59 anni ed è nato a Rédange-sur-Attert, un paese lussemburghese vicino al confine col Belgio. Si è laureato in legge all’Università di Strasburgo ed è entrato molto giovane nel Partito Popolare Cristiano Sociale (CSV), il maggior partito di centrodestra del Lussemburgo. Nel 1989, a 35 anni, diventò ministro dell’Economia del paese, e sei anni dopo fu nominato primo ministro. Rimase in carica per 18 anni, fino cioè al luglio del 2013, quando si dimise in seguito alla diffusione di un rapporto di una commissione parlamentare in cui furono rese pubbliche diverse attività illecite condotte da agenti dei servizi lussemburghesi – e quindi facenti capo al suo governo – accusati di avere spiato politici, acquistato automobili per uso privato con denaro pubblico e avere accettato soldi in cambio di favori. Juncker si dichiarò estraneo alla cosa ma fu costretto a dimettersi per ragioni di opportunità.
Alle successive elezioni, tenute il 20 ottobre 2013, il CSV è risultato comunque il primo partito avendo ottenuto il 33 per cento dei voti, ma perse tre seggi dall’elezione del 2009 passando da 26 a 23. Il capo dello stato, il Granduca Enrico, chiese quindi di formare il governo al capo dei liberali (arrivati terzi col 18 per cento) Xavier Bettel, il quale oggi presiede un governo assieme ai socialisti (arrivati secondi col 20 per cento) e ai Verdi (quarti col 10 per cento).
Juncker è una figura molto nota nel contesto politico europeo: è stato governatore del Fondo Monetario Internazionale, responsabile della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e nel 2005 è diventato il primo presidente permanente dell’Eurogruppo, la riunione informale dei ministri dell’Economia dei paesi che hanno adottato l’euro. Durante la sua presidenza, Juncker ha dovuto gestire la delicata fase della mancata ratifica della Costituzione Europea (una specie di testo unico che riunisse i diversi trattati europei già in vigore, abbandonato nel 2009), le complicate trattative per la gestione del bilancio dell’Unione e negli ultimi anni la grave crisi economica che ha interessato i paesi europei.
Di lui, l’Economist ha detto che può essere «franco in una maniera disarmante». Il magazine online EUobserver riporta che nel corso di un dibattito nel 2011 si definì scherzosamente «a favore di dibattiti segreti e oscuri», aggiungendo però che una volta mentì ad alcuni giornalisti riguardo la sua presenza a un incontro a Parigi la settimana successiva: «dissi che non ci sarei stato, dovevo mentire. Sono un cristiano democratico, un cattolico, quindi quando il gioco si fa duro mi tocca mentire. La stessa cosa si applica alla politica economica e monetaria dell’Unione, a riguardo sono molto serio. Se in qualche modo anticipi decisioni comuni, aumenti le speculazioni sui mercati finanziari».
Ancora ieri David Cameron, che ha perso le ultime elezioni europee vinte nel Regno Unito dagli euroscettici dello UKIP, lo ha definito «la persona sbagliata [per l’incarico]. Jean-Claude Juncker è stato da sempre al centro del progetto di aumentare i poteri di Bruxelles e di ridurre la sovranità dei singoli stati. Non è la persona giusta per portare a un altro livello questa organizzazione». L’Economist, nonostante abbia scritto che con la sua elezione «non sarebbe la prima volta che l’Unione Europea preferisce una mediocrità senza minacce», lo ha definito «probabilmente la migliore delle cattive scelte. Non è né un ultra-federalista come Guy Verhofstadt, il capo dei liberali, né una creatura del parlamento come Schulz».
foto: Sean Gallup/Getty Images