Ci sono due sospettati nel caso dei 3 ragazzi spariti in Cisgiordania
I servizi segreti israeliani hanno diffuso l'identità di due uomini che avrebbero legami con Hamas, per Netanyahu è un sequestro
Giovedì 26 giugno i servizi segreti di Israele hanno rivelato l’identità dei due principali sospettati del rapimento dei tre ragazzi, due di 16 e uno di 19 anni, che dallo scorso 12 giugno sono scomparsi dopo essere stati visti per l’ultima volta a Gush Etzion, un insediamento israeliano poco lontano dalla città di Hebron, all’interno della Cisgiordania. Di “rapimento” aveva parlato il primo ministro Benjamin Netanyahu accusando immediatamente Hamas, il movimento islamico che controlla la Striscia di Gaza. Nel comunicato di Shin Bet, l’agenzia di intelligence dello stato di Israele, si legge: «I due principali terroristi coinvolti nel rapimento sono Marwan Qawasmeh e Amar Abu Aisha, membri di Hamas a Hebron, che sono ricercati dallo Shin Beth e dall’esercito israeliano».
Nel comunicato si dice che i due uomini hanno già scontato in passato pene detentive in Israele per aver partecipato ad «attività terroristiche per conto di Hamas». Qawasmeh ha 29 anni, è stato arrestato quattro volte e ha confessato durante un interrogatorio di appartenere all’ala militare di Hamas e di aver preso parte a varie esercitazioni militari nella zona di Hebron. L’ultima volta fu rilasciato dal carcere nel marzo 2012. Abu Aisha ha 32 anni, fu arrestato una prima volta nel 2005 e successivamente nel 2007: suo padre si trova attualmente in un carcere israeliano, mentre suo fratello fu ucciso nel 2005 nel tentativo di lanciare un esplosivo contro soldati israeliani. Le loro case sono state perquisite circa tre giorni dopo il rapimento, e molti dei loro familiari sono stati arrestati. Secondo fonti palestinesi, anche le loro mogli – una delle quali è incinta di otto mesi – sono state arrestate e detenute per un breve periodo.
Dopo il rapimento, nella zona di Gush Etzion è stata lanciata da parte di Israele una massiccia operazione contro Hamas: finora l’esercito ha arrestato circa 410 palestinesi a nord della città di Hebron, in quella che è stata definita «un’intensa serie di operazioni» per trovare i tre ragazzi. Il portavoce del movimento islamico Hamas sostiene invece che rendere pubblici i nomi dei due uomini è solo un pretesto per giustificare nuove operazioni militari. Dopo il comunicato dei servizi segreti, il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha invitato il presidente palestinese Mahmoud Abbas – conosciuto anche con il nome di Abu Mazen e che appartiene al partito di Fatah – ad interrompere immediatamente l’accordo di unità con Hamas, «organizzazione terroristica che rapisce i bambini e invoca la distruzione di Israele».
A fine aprile, infatti, le due più importanti fazioni palestinesi, Fatah e Hamas, avevano dato vita a un governo di unità nazionale. L’accordo era stato concluso dopo anni di divisioni, iniziate nel 2007 a causa della decisione di Hamas di prendere il controllo di Gaza e formare un governo rivale a quello palestinese guidato da Fatah. La reazione di Israele all’accordo era stata immediata: una sospensione dei colloqui di pace con l’Autorità Nazionale Palestinese. I funzionari dell’Autorità Palestinese avevano risposto sostenendo che un’eventuale riconciliazione interna al movimento palestinese era affare solo interno alla Palestina e Abbas aveva detto che «non c’era incompatibilità tra la riconciliazione e i colloqui». Se il coinvolgimento del movimento islamico nel rapimento dei tre ragazzi sarà confermato, la situazione si complicherà ulteriormente.