Il presidente del Costa Rica contro il “culto del presidente”
Luis Guillermo Solís ha vietato che il suo ritratto venga appeso negli uffici e che il suo nome venga inciso sulle targhe delle opere pubbliche
Il presidente del Costa Rica, Luis Guillermo Solís, eletto lo scorso aprile, ha firmato un decreto in cui vieta che il suo ritratto venga appeso negli uffici pubblici e che il suo nome venga inciso sulle targhe delle opere pubbliche inaugurate sotto la sua presidenza, contrariamente a quanto avveniva finora per legge. Solís ha spiegato che ricondurre a una sola persona progetti come ponti, strade o nuovi edifici, darebbe un’idea sbagliata: «Le opere appartengono a tutto il paese, non a un governo o a un funzionario in particolare». E ancora: «Il culto dell’immagine del presidente è finita, almeno sotto la mia amministrazione».
Luis Guillermo Solís è stato eletto presidente del Costa Rica lo scorso aprile con un voto considerato storico, per almeno due motivi. Il primo è che Solís è un esponente del Partido Acción Ciudadana (PAC), formazione di centrosinistra piuttosto recente che ha interrotto un lungo bipolarismo al governo del paese, che vedeva contrapporsi il Partido Liberación Nacional (PLN, socialdemocratico) e il Partido Unidad Social Cristiana (PUSC, conservatore). Il secondo è che Solís ha vinto al secondo turno come unico partecipante: il candidato di destra Johnny Araya, dopo aver passato il primo turno, aveva infatti deciso di interrompere la campagna elettorale e di ritirarsi dato che i sondaggi davano per certa una sua sconfitta. Solís ha comunque proseguito con la sua campagna fino all’ultimo momento promettendo maggiore trasparenza e eliminazione delle spese inutili. Ha infine vinto con quasi il 78 per cento dei voti.