I separatisti filorussi hanno accettato una tregua provvisoria
Fino al 27 giugno e nonostante sia solo temporanea, potrebbe rappresentare un'importante svolta diplomatica per la risoluzione del conflitto
Lunedì 23 giugno, i separatisti filorussi di Donetsk e Luhansk, regioni orientali dell’Ucraina, hanno detto di essere disponibili ad accettare il cessate il fuoco di una settimana richiesto venerdì scorso dal presidente Petro Poroshenko. Lo ha dichiarato ad un’agenzia di stampa russa Alexandr Borodai, primo ministro dell’autoproclamata “Repubblica Democratica di Donetsk” e leader dei separatisti, spiegando anche che la tregua sarà rispettata fino alle ore 10.00 del 27 giugno e che c’è la disponibilità da parte loro ad avviare dei negoziati con il presidente ucraino.
Finora, il cessate il fuoco era stato respinto dai ribelli, che lo ritenevano semplicemente una strategia e che avevano dunque continuato a combattere durante tutto il fine settimana scorso. La dichiarazione favorevole ad una tregua di Borodai è invece arrivata dopo un colloquio avvenuto oggi a Donetsk e a cui hanno partecipato l’ex presidente ucraino Leonid Kuchma, l’ambasciatore russo a Kiev Mikhail Zurabov e Heidi Tagliavini rappresentante dell’OSCE, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Il piano di pace ucraino prevede tra l’altro che i ribelli depongano le armi, che abbandonino gli edifici dell’amministrazione regionale a Donetsk e Lugansk occupati illegalmente e che liberino gli ostaggi. In cambio, i separatisti potranno passare attraverso dei corridoi di sicurezza e raggiungere la Russia.
Diversi analisti sostengono che nonostante il cessate il fuoco sia solo temporaneo, potrebbe essere il segno di una importante svolta diplomatica per la risoluzione del conflitto e dell’inizio di un dialogo diretto per la pace tra le autorità ucraine e i separatisti. Lo ha sostenuto anche il presidente russo Vladimir Putin, citato dall’agenzia Interfax, che è accusato da mesi di essere dietro le proteste dei separatisti in Ucraina orientale. Il 27 giugno – giorno in cui scadrà la tregua – Poroshenko dovrebbe firmare a Bruxelles, in Belgio, un importante accordo economico con l’Unione Europea, lo stesso che l’ex presidente ucraino Viktor Yanukovych si era rifiutato di concludere lo scorso novembre e per cui si erano sviluppate le prime proteste violente a Kiev.