Greenpeace ha perso 3,8 milioni di euro in una speculazione finanziaria
Speculazione andata male, per iniziativa «non autorizzata« di un dipendente che «ha agito eccedendo i suoi poteri» ed è stato licenziato: ora saranno necessari tagli al budget per i prossimi 3 anni
L’organizzazione ambientalista Greenpeace ha comunicato di aver perso circa 3,8 milioni di euro a causa di una speculazione finanziaria che non ha avuto il risultato auspicato da un dipendente del gruppo che, dice Greenpeace, «ha agito eccedendo i suoi poteri, senza rispettare le procedure e commettendo un grave errore di giudizio». L’identità del dipendente non è stata rivelata, tuttavia Greenpeace ha detto di averlo licenziato.
Come funzionava la speculazione è piuttosto semplice. Greenpeace, che ha formalmente sede ad Amsterdam ma opera in diversi paesi, aveva chiuso contratti impegnandosi ad acquistare valuta estera a tasso di scambio fisso, attendendosi che un indebolimento dell’Euro avrebbe reso l’operazione profittevole: in pratica, se io penso che tra un mese avrò bisogno di 1 dollaro e stimo che tra un mese il dollaro varrà più di oggi (ovvero mi serviranno più euro per comprarlo), posso impegnarmi a comprare tra un mese 1 dollaro al valore di oggi. Se ho ragione tra un mese comprerò il dollaro a un valore minore del valore di mercato, se ho torto comprerò il dollaro a un valore più alto del valore di mercato. Nel caso di Greenpeace l’euro è aumentato di valore (ovvero il dollaro è sceso) e quindi Greenpeace ha perso diversi milioni.
A causa della pesante perdita, ha comunicato Greenpeace, il bilancio del 2013 che sarà presentato nelle prossime settimane registrerà un passivo di 6,8 milioni di euro. Greenpeace, che si finanzia esclusivamente grazie a donazioni, si è scusata con i suoi sostenitori e ha detto che riuscirà a riassorbire la perdita nei prossimi due o tre anni di attività, ma che sarà costretta a rivedere alcuni investimenti programmati per il miglioramento delle sue infrastrutture e attività. I fondi destinati al finanziamento delle attività di campagna “di prima linea”, tuttavia, non verranno ritoccati per far fronte alle perdite inaspettate.
Per prevenire che una situazione simile possa ripetersi, Greenpeace ha detto di aver commissionato a un’agenzia indipendente una revisione completa dei suoi conti, di alcune procedure gestionali e di controllo, oltre a un’indagine per capire come sia stato possibile a un dipendente agire all’insaputa dei suoi superiori ed eludendo i sistemi di controllo.