In Iraq ora l’esercito attacca l’ISIS
Diverse città sono state riconquistate, gli estremisti islamici hanno subìto gravi perdite – il governo parla di 279 morti: intanto una portaerei americana è arrivata nel Golfo Persico
Tra sabato 14 e domenica 15 giugno l’esercito iracheno ha attaccato i miliziani dell’ISIS, un gruppo di estremisti islamici, ed è riuscito a riconquistare diverse città vicino a Baghdad e nel nord del paese. Un portavoce del governo ha dichiarato che negli scontri di sabato sarebbero stati uccisi 279 miliziani islamici, una cifra che però non può essere confermata. Si tratta di un capovolgimento di fronte piuttosto improvviso, visto che soltanto pochi giorni fa in molti temevano che la stessa Baghdad dovesse prepararsi ad affrontare un assedio da parte dei miliziani dell’ISIS.
Negli ultimi giorni, infatti, la situazione in Iraq è peggiorata molto rapidamente. L’ISIS, che opera sia in Iraq che in Siria, ha lanciato all’inizio di giugno un’offensiva che in pochi giorni ha portato alla caduta di numerose città, tra cui Mosul, la seconda città dell’Iraq che si trova nel nord del paese, e Tikrit, la città natale dell’ex dittatore Saddam Hussein, vicino a Baghdad. L’esercito iracheno non è riuscito a opporsi a questa rapida avanzata. A Mosul circa 30 mila soldati iracheni sono fuggiti o si sono arresi davanti a 800 miliziani dell’ISIS e a una rivolta degli abitanti sunniti della città.
In realtà sembra che le conquiste compiute dall’ISIS negli ultimi giorni siano frutto di una serie di circostanze particolari (ne abbiamo parlato qui). L’ISIS è un gruppo sunnita, come la minoranza che abita in particolare la parte settentrionale del paese. I sunniti iracheni negli ultimi anni sono diventati particolarmente ostili al governo del primo ministro Nuri al-Maliki, che ha portato avanti una serie di politiche a favore della maggioranza sciita (a Mosul, ad esempio, mentre gran parte dei soldati era sunnita, i comandanti erano tutti sciiti). L’ISIS è riuscita a sfruttare questa divisione e ha ottenuto notevoli successi militari nelle zone a maggioranza sunnita. Probabilmente però non riuscirà a minacciare seriamente la capitale Baghdad, dove è molto più forte la presenza degli sciiti. Negli ultimi giorni migliaia di volontari sciiti si sono arruolati nell’esercito o hanno formato milizie di autodifesa per proteggere la capitale.
L’avanzata dell’ISIS ha comunque allarmato la comunità internazionale. Gli Stati Uniti hanno inviato nel Golfo Persico una portaerei con il suo gruppo di navi di appoggio. Per il momento non sono stati annunciati attacchi, ma la presenza della nave garantisce agli Stati Uniti la possibilità di colpire i miliziani dell’ISIS molto rapidamente. Anche l’Iran, un alleato del primo ministro iracheno Nuri al-Maliki, ha annunciato che è pronto a fornire appoggio al governo iracheno anche se ha negato che in Iraq siano già presenti gruppi paramilitari iraniani (una circostanza che avevano riportato diversi giornali).
Intanto, negli ultimi giorni, diversi siti e account Twitter vicini all’ISIS hanno pubblicato foto e video che riprendono esecuzioni di soldati e civili iracheni. A quanto pare l’ISIS ha liberato tutti i prigionieri sunniti che ha catturato negli scontri di questa settimana, mentre ne ha giustiziato più di mille sciiti. Secondo il governo iracheno, in alcune delle città liberate nelle ultime ore sono state trovate fosse comuni con decine di corpi di soldati e poliziotti iracheni giustiziati dall’ISIS.