Gli attivisti condannati in Egitto
Tra i condannati c’è anche Alaa Abdel Fattah, uno dei più famosi blogger e rivoluzionari egiziani, che dovrà scontare 15 anni di carcere per "manifestazioni non autorizzate"
Mercoledì 11 giugno un tribunale egiziano ha condannato venticinque persone a 15 anni di carcere per diversi crimini, tra cui la violazione della contestata legge “anti-proteste” firmata dall’ex presidente Adli Mansur il 24 novembre scorso: tra i condannati c’è anche Alaa Abdel Fattah, uno dei più famosi blogger e rivoluzionari egiziani che era stato arrestato lo scorso 28 novembre al Cairo. Le condanne di oggi sono le ultime di una serie di azioni giudiziarie molto dure contro i dissidenti del nuovo regime egiziano: da quando il potere è finito saldamente nelle mani dell’ex capo dell’esercito e neo-presidente eletto Abdel Fattah al-Sisi, centinaia di persone – sia sostenitori del movimento politico-religioso dei Fratelli Musulmani del deposto presidente Mohamed Morsi, sia esponenti e attivisti dell’opposizione laica – sono state arrestate e poi condannate a lunghi periodi detentivi dai tribunali egiziani.
Il blogger Abdel Fattah, come gli altri condannati, non era presente in tribunale al momento della lettura della sentenza. Il giudice lo ha ritenuto colpevole di avere partecipato a una manifestazione non autorizzata contro la legge “anti-proteste” che ha dato al ministro degli Interni il diritto di vietare qualsiasi incontro tra più di dieci persone in un luogo pubblico. La manifestazione si era tenuta il 26 novembre 2013 in via Qasr al-Aini al Cairo, fuori dal Consiglio della Shūra, il Senato egiziano: secondo il tribunale Abdel Fattah aveva attaccato alcuni poliziotti, bloccato la strada e danneggiato beni di proprietà pubblica.
Fattah ha 30 anni ed è cresciuto in una famiglia con una lunga storia di militanza politica. Suo padre, Ahmed Seif El-Islam Hamed, è un noto avvocato e attivista per i diritti umani arrestato nel 1980 e imprigionato per cinque anni dal regime. La zia è Ahdaf Soueif, scrittrice di fama internazionale e commentatrice politica del Guardian. Sua sorella, Mona Seif, è tra i fondatori del movimento egiziano «No ai processi militari per i civili». Abdel Fattah era già stato arrestato il 30 ottobre 2011, con l’accusa di avere incitato alla violenza contro i soldati egiziani dopo la repressione della protesta dei cristiani copti, avvenuta il 9 ottobre dello stesso anno, in cui morirono 27 persone. Abdel Fattah era tra i più accaniti critici della giunta militare di Mubarak: contestava in particolar modo la decisione di sottoporre i civili ai tribunali militari, l’incapacità di soddisfare le istanze della rivoluzione e la feroce repressione delle proteste.