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  • Martedì 10 giugno 2014

Quest’anno niente lagne sul pallone dei Mondiali?

Il Brazuca è fatto in modo da seguire traiettorie più prevedibili del suo predecessore, il criticatissimo Jabulani

di Brian Palmer - Washington Post

> on December 6, 2013 in Herzogenaurach, Germany.
<> on December 6, 2013 in Herzogenaurach, Germany.

A due giorni dall’inizio dei Mondiali, molti appassionati hanno cominciato a farsi qualche domanda su una delle sorprese dello scorso torneo: il pallone. Lo “Jabulani”, prodotto da Adidas per i Mondiali del 2010 in Sudafrica, era considerato aerodinamicamente superiore agli altri palloni da calcio. Molti giocatori, tuttavia, se ne lamentarono subito spiegando che le traiettorie che prendeva erano strane e in qualche modo sballate. Il portiere brasiliano Julio Cesar definì lo Jabulani «orrendo» e disse che sembrava che fosse stato comprato in un supermercato. Questa volta il posto dello Jabulani è stato preso dal “Brazuca“, prodotto sempre da Adidas. Le prime recensioni sono positive.

Ma la vicenda solleva un’importante domanda: che cosa influenza la traiettoria in volo di un pallone da calcio?

Alcuni dei fattori sono ovvii: il piede del giocatore e la gravità. Il piede applica una forza sulla palla, facendola procedere in avanti e – di solito – verso l’alto. La gravità, invece, fa sì che il pallone sia attratto verso terra. Se fosse tutto qui, il pallone seguirebbe le traiettorie che abbiamo studiato in fisica quando eravamo alle superiori: avanti, su e giù. Ma c’è molto più di questo.

È la resistenza, a rendere interessante la traiettoria di un pallone. È la resistenza che utilizzano i giocatori per creare i trucchi che ingannano i portieri, ed è il fattore su cui intervengono i produttori di palloni per renderli unici.

Ci sono vari tipi di resistenza, ma uno dei più importanti nel volo di un pallone è la cosiddetta “resistenza di forma”: mentre la palla si muove in avanti, infatti, rompe i legami delle particelle d’aria che attraversa, che non si ricostruiscono immediatamente. Questo costringe l’aria che attraversa a girarle intorno, secondo filetti fluidi che non si ricostruiscono immediatamente dietro di lei. La cosa fa sì che la palla trovi davanti a sé una pressione maggiore che sul retro, che quindi la rallenta e crea turbolenze alla traiettoria, rendendola imprevedibile..

Un altro tipo di resistenza che influenza la traiettoria è la cosiddetta “resistenza d’attrito”: cioè l’interazione fra le particelle d’aria con quelle sulla superficie della palla. Anche la frizione fra loro può creare turbolenze, sebbene minori di quelle causate dalla resistenza di forma.

Lo Jabulani doveva porre rimedio all’imprevedibilità data dai due tipi di resistenza, quella di forma e quella d’attrito. Una delle novità che presentava rispetto ad altri palloni era il minor numero di “pezze” di cui era composto – 8 invece delle normali 32. Meno pezze vuol dire meno cuciture: meno cuciture vuol dire un pallone più rotondo e compatto. In teoria questo avrebbe dovuto creare meno frizione e ridurre la turbolenza.

Ma non accadde. Un paio di cose resero imprevedibili le traiettorie dello Jabulani. Per prima cosa, sebbene sia noto che le cuciture aumentino le turbolenze, è stato scoperto che creano uno schema regolare, che in molti casi si compensano fra loro e rendono il volo del pallone più prevedibile. Poiché lo Jabulani ha meno cuciture degli altri palloni, questo crea un tragitto più irregolare dal piede del calciatore al portiere: la palla si deforma di più. Gli ingegneri cercarono di risolvere il problema inserendo delle scanalature sulla superficie, che imitassero quelle create dalle cucitura, ma non risolsero la questione.

Ancora peggio, lo Jabulani curvava e scartava in volo in punti differenti dagli altri palloni. Un normale pallone da calcio curva perlopiù fra i 30 e i 40 chilometri all’ora. Dal momento che un buon calcio di punizione viene tirato a circa 100-110 chilometri all’ora, la palla passa un tempo considerevole del suo tragitto tenendo una traiettoria regolare, permettendo al portiere di intuire dove andrà a finire. Lo Jabulani, invece, inizia a curvare già intorno ai 70 chilometri orari, secondo alcuni studiosi della NASA che si sono occupati del problema, in un momento molto critico per il portiere, che quindi non può prevedere correttamente dove andrà il pallone nel caso curvi all’improvviso.

(Il gol di Diego Forlán nella semifinale fra Olanda e Uruguay, nel 2010)

Qui le cose diventano interessanti: se il problema dello Jabulani erano le poche pezze (otto invece delle tradizionali trentadue), il Brazuca ha solo sei pezze. I test eseguiti hanno mostrato però che compie traiettorie più prevedibili rispetto al suo predecessore. L’innovazione migliore sembra la creazione di una specie di superficie ruvida: il Brazuca è coperto da piccole protuberanze di poliuretano che imitano l’effetto delle cuciture su un tradizionale pallone a 32 pezze e riducono il rischio di turbolenze. Possono essere comparate con le piccole fossette praticate sulle palline da golf per farle volare più dritte. Il Brazuca è anche più compatto per la forma stessa delle pezze, che occupano la superficie in maniera più uniforme.

(l’immagine si ingrandisce con un clic)

Brazuca foto: Clive Mason/Getty Images

Più importanti dei test, ovviamente, saranno le reazioni dei giocatori. Chiunque segua il calcio sa che giocatori e allenatori utilizzeranno ogni scusa – l’arbitro, il tempo, il campo, i tifosi, l’orario di gioco – per giustificare una sconfitta. Per ora alcuni importanti giocatori sembrano essere soddisfatti: Lionel Messi l’ha definito «ottimo», come anche il portiere della Spagna Iker Casillas. Certo, entrambi sono testimonial di Adidas. Vedremo cosa ne penseranno del pallone se e quando le loro squadre saranno eliminate.

foto: Lennart Preiss/Getty Images for Adidas

©Washington Post