Almeno altre 20 donne rapite in Nigeria
Sempre per mano di Boko Haram, e crescono le critiche contro l'esercito e il governo per l'incapacità di fermare gli attacchi del gruppo terroristico di estremisti islamici
Almeno 20 donne sono state rapite in un insediamento nomade nel nord est della Nigeria, vicino alla città di Chibok, il luogo da cui lo scorso 14 aprile circa 300 studentesse tra i 15 e 18 anni sono state prelevate dal dormitorio di una scuola e portate in un luogo sconosciuto. La BBC dice che i rapitori sarebbero ancora una volta i militanti di Boko Haram, gruppo terroristico di estremisti islamici.
Secondo le prime ricostruzioni, basate sui racconti di diversi testimoni, i guerriglieri sono arrivati all’insediamento di Garkin Fulani giovedì scorso intorno a mezzogiorno e hanno costretto una ventina di donne a salire sui loro furgoni minacciandole con le armi. Avrebbero sequestrato anche tre uomini che hanno provato a opporre resistenza. Sembra che il gruppo sia poi fuggito verso una zona isolata dello Stato di Borno.
Né l’esercito né il governo hanno commentato la notizia. Fin dal rapimento delle studentesse (e dai risultati praticamente nulli delle ricerche) sono entrambi molto criticati sia in Nigeria che all’estero, a causa della grande disorganizzazione e incompetenza dimostrata nei soccorsi e nella prevenzione degli attacchi. I residenti del nord della Nigeria continuano ad esempio a dire che i soldati sono in gran parte inattivi o addirittura assenti. La stessa posizione è sostenuta da vari diplomatici intervistati di recente dal New York Times e che sono coinvolti nelle ricerche e nei soccorsi: hanno parlato di molte carenze dei militari nigeriani che sarebbero male addestrati, male armati (avrebbero infatti a disposizione equipaggiamenti di qualità inferiore a quelli dei miliziani che dovrebbero combattere) e hanno anche denunciato la corruzione che tra loro sarebbe diffusissima. Nel frattempo, l’esercito si è difeso annunciando il successo di un’operazione anti-terrorismo condotta sempre nel nord est del paese e in cui sono stati uccisi oltre 50 ribelli.
Boko Haram – che significa “L’educazione occidentale è proibita” che è stata fondata nel 2002 e ha ucciso almeno 2.300 persone dal 2010 – sta nel frattempo continuando a compiere attentati, rapimenti e omicidi di massa in varie zone del paese, oltre ad avere ormai il controllo effettivo di gran parte del nord-est. Lo scorso 7 maggio decine di uomini armati hanno ucciso centinaia di persone – 300, secondo i siti di news locali – a Gamboru Ngala, una città sul confine con il Camerun. Il 20 maggio due bombe hanno ucciso più di 100 persone a Jos e il giorno dopo, in tre villaggi del nord, sono state uccise almeno 48 persone. Domenica 25 maggio decine di uomini armati hanno preso d’assalto il villaggio di Kamuya, sempre nel nord, mentre si teneva il mercato: hanno sparato sulla folla e ucciso almeno 20 persone. Domenica 1 giugno a Mubi, al confine col Camerun, è esplosa una bomba nei pressi di una zona abitata in cui sono morte almeno 60 persone.