La nuova fase aggressiva di Alba Dorata
Ancora più aggressiva, con riferimenti sempre più espliciti al nazismo: il partito greco di estrema destra «non è qualcosa di passeggero»
Lo scorso 4 giugno, il Parlamento greco ha deciso la revoca dell’immunità per Nikos Mihaloliakos, fondatore e leader del partito di estrema destra Alba Dorata, e per altri due deputati dello stesso gruppo, Christos Pappas e Yannis Lagos. L’assemblea ha votato a favore della revoca con 223 voti e soltanto uno contrario: la richiesta era stata fatta dalle due giudici istruttrici che stanno indagando sulle presunte attività criminali di alcuni esponenti del partito. Il giorno del voto, di fronte al Parlamento in piazza Syntagma ad Atene, circa 400 sostenitori di Alba Dorata hanno organizzato una manifestazione a sostegno dei loro deputati.
Michaloliakos e altri deputati di Alba Dorata erano stati arrestati negli scorsi mesi con l’accusa di essere a capo e di avere gestito un’organizzazione criminale. All’accusa principale se ne erano poi aggiunte altre: Mihaloliakos e Lagos erano stati accusati di detenzione illegale di armi da fuoco, mentre Pappas di possesso di documenti illegali. Tutti e tre gli accusati avevano comunque mantenuto i loro seggi al Parlamento. L’inchiesta della magistratura era stata avviata in seguito all’uccisione del rapper di sinistra Pavlos Fyssas (in arte “Killah P”) avvenuta nel quartiere di Keratsini del Pireo, a sud di Atene, il 18 settembre scorso per mano di Georgios Roupakias, militante di Alba Dorata.
Il 4 giugno Michaloliakos e gli altri due deputati sono stati trasferiti dal carcere di Korydallos alla sede del Parlamento per intervenire nel dibattito sulla revoca della loro immunità che è stato piuttosto movimentato con pesanti scambi di accuse tra i parlamentari del partito di estrema destra e quelli delle altre formazioni politiche presenti in aula. I tre hanno rilasciato diverse dichiarazioni dopo l’esito del voto: «Non mi vergogno di essere nazionalista e membro di Alba Dorata. Non piegherete il mio spirito qualunque cosa facciate. Per i miei ideali sono pronto ad andare in carcere e a morire perfino», ha detto Michaloliakos. E ancora: «È Dio che vuole la liberazione della Grecia. Che Dio possa avere pietà di voi miserabili perché il popolo greco non ne avrà».
Nonostante si fosse parlato di una recente crisi interna nel partito dovuta all’arresto di alcuni suoi esponenti, del coinvolgimento di diversi deputati nell’inchiesta della magistratura e anche a causa di alcune significative “diserzioni” dal gruppo parlamentare, nelle recenti elezioni europee, regionali e amministrative Alba Dorata è riuscita a ottenere un consistente numero di voti diventando la terza forza politica del paese: ha raggiunto il 9 per cento alle elezioni europee e un buon risultato anche alle amministrative che si sono svolte domenica 18 maggio. Ad Atene, ad esempio, Alba Dorata ha più che triplicato i voti rispetto le amministrative del 2010 con un candidato sindaco, Ilias Kasidiaris, che ha tatuata una svastica sul braccio ed è in attesa di un processo per aggressione e possesso illegale di armi.
Alba Dorata esiste dal novembre del 1993 e dal 2012 si trova in Parlamento. Nel corso degli anni molti militanti di Alba Dorata sono stati accusati di aver condotto azioni violente contro gli avversari politici, contro gli immigrati e contro le minoranze etniche presenti in Grecia. Le simpatie di Alba Dorata nei confronti del nazismo non sono dunque una novità: nel maggio del 2013, ad esempio, in occasione dell’anniversario del suicidio di Hitler e di Eva Braun, il deputato di Alba Dorata Xristos Pappas aveva elogiato apertamente Hitler in quanto «visionario dell’Europa unita». Dopo i recenti arresti e le accuse rivolte al partito, però, i suoi leader avevano in qualche modo avviato un processo di normalizzazione interna, cercando di prendere le distanze dagli atti di teppismo e dalla retorica razzista da cui il movimento era nato. Grazie a questo “ammorbidimento” erano riusciti anche ad attrarre un numero sempre crescente di consensi soprattutto nella classe media.
Secondo la giornalista del Guardian Helena Smith la deriva neonazista del partito sarebbe entrata però in una nuova fase: nuovamente manifesta, particolarmente aggressiva e condivisa. Helena Smith parla dell’atteggiamento di Michaloliakos in Parlamento, dei suoi saluti a braccio e mano tesa tra i seggi, dei sostenitori in piazza vestiti con camicie nere, schierati come fossero un esercito mentre sventolavano bandiere con la svastica e cantavano in greco Horst-Wessel-Lied (In alto la bandiera, inno ufficiale del Partito Nazionalsocialista). Questo ritorno alle origini e il successo ottenuto nelle recenti elezioni, dimostrerebbero come il partito e la sua ideologia stiano diventando sempre più radicate e diffuse. Da un sondaggio della Anti-Defamation League pubblicato il mese scorso, risulta ad esempio che in Grecia il 69 per cento della popolazione ha idee antisemite.
Un analista politico greco, Pavlos Tzimas, intervistato da Helena Smith sul Guardian, dopo la manifestazione del 4 giugno ha spiegato: «Dopo tutte le rivelazioni sull’attività criminale, dopo tutte le persecuzioni contro i suoi parlamentari, Alba Dorata ha ancora il coraggio di agire in questo modo, con scene di odio che, francamente, non ricordo di aver mai visto all’interno del Parlamento. Alba Dorata non è qualche cosa di passeggero, e non scomparirà con la fine della crisi economica: si sente intoccabile, non ha paura di nulla, e quello che abbiamo visto in quest’ultima settimana è il suo vero volto. Non è come gli altri partiti estremisti d’Europa: è una vera forza neonazista, il cui scopo è quello di usare la democrazia per distruggere la democrazia».