6 cose su Manaus
È il posto più affascinante che ospiterà i Mondiali, l'Italia ci giocherà la sua prima partita: una città in mezzo alla foresta amazzonica, raggiungibile solo via fiume o in aereo
Uno dei posti più interessanti dove si giocheranno i prossimi Mondiali di calcio – e dove l’Italia giocherà la sua prima partita, il 12 giugno contro l’Inghilterra – si chiama Manaus.
Manaus è una città brasiliana che ha 1.862.000 abitanti: si trova nel nord del paese a circa 2.000 chilometri in linea d’aria da Brasilia ed è la capitale dello Stato di Amazonas. È situata sulla riva nord del Rio Negro, appena prima che questo confluisca nel Rio delle Amazzoni, e qui si arriva alla cosa fondamentale: Manaus è circondata dalla Foresta Amazzonica. Raggiungere la città, che è una specie di avanposto della civilizzazione nella giungla amazzonica, non è semplicissimo: l’unica strada esistente collega Manaus col Venezuela, a nord, mentre i modi possibili per arrivarci dal Brasile sono la nave, risalendo il Rio delle Amazzoni, o l’aereo. Da San Paolo sono circa 4 ore di volo.
Nonostante sia sperduta nel mezzo della foresta pluviale e nonostante il suo nome non dica molto ai più, Manaus è una delle più grandi città industriali del Brasile: ha una storia gloriosa legata al commercio della gomma, che per qualche anno la rese una delle città più ricche al mondo.
1. Le persone di Manaus
La città di Manaus ha 1.862.000 abitanti ed è la settima città più popolosa del Brasile; la sua intera area metropolitana ospita circa 2.200.000 persone. La popolazione della città è in continuo aumento: nel 2000, per esempio, era di 1.400.000 persone. Secondo l’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica la popolazione della città è composta per il 63 per cento da meticci cabloco, persone di razza mista europea e indigena brasiliana; per il 32 per cento da bianchi; per il 2,5 per cento da neri e poi da asiatici e indigeni brasiliani. La maggioranza della popolazione di Manaus è cattolica, anche se nella città sono presenti diverse confessioni protestanti e anche un grande tempio mormone. Il reddito medio annuale pro capite è di circa 18.000 real, l’equivalente di 5.800 euro, tuttavia metà della popolazione ha un reddito medio annuale di 9.600 real, poco più di 3.000 euro.
Manaus viene descritta come la tipica città brasiliana: “soffre del triumvirato delle piaghe urbane: pianificazione caotica, traffico terribile e sicurezza incerta. L’area del porto, con la sua cacofonia di pescivendoli che spellano pirarucu di 40 chili e fruttivendoli che trasportano giganteschi caschi di banane, è piena di barche in affitto che portano i turisti fino a dopo la città, dove non si vede che giungla da ogni parte”.
2. Com’è fatta Manaus, per chi vuole vederla
3. Come nasce Manaus
I primi insediamenti nell’area di Manaus risalgono alla fine del Diciassettesimo secolo, quando i portoghesi costruirono un piccolo forte per difendersi dalle incursioni degli spagnoli. Manaus si sviluppò e fu proclamata “città” nel 1848, anche se il suo primo nome ufficiale fu “Cidade da Barra do Rio Negro”, città ai confini del Rio Negro. Il nome Manaus, derivato da quello degli indigeni Manaós, fu reintrodotto nel 1856. Il momento “glorioso” della storia di Manaus è stato a cavallo tra il 1800 e il 1900, quando grazie a un grande porto commerciale la città si ritrovò al centro del boom delle esportazioni della gomma naturale (il caucciù). La città in quegli anni conobbe un momento di grande prosperità e attirò molti commercianti europei: verso la fine del Diciannovesimo secolo Manaus era considerata la città più ricca del Sudamerica e una delle più ricche del mondo, ed era nota come “la Parigi dei tropici”. Fu in questi anni che vennero costruiti, con materiali provenienti da Italia e Francia, il maestoso teatro dell’opera Teatro Amazonas, sul modello della Scala di Milano, e il mercato Adolpho Lisboa, progettato sul modello del mercato Les Halles di Parigi.
4. La caduta di Manaus, e poi la risalita
Con l’avvento della gomma sintetica e con la concorrenza dell’Asia nella produzione di gomma naturale (le cui piante erano state trafugate dal Brasile dagli inglesi), Manaus tornò a essere una città piuttosto povera: il lavoro si ridusse moltissimo e la città dovette fare i conti con le migliaia di operai arrivati negli anni per lavorare nelle piantagioni di gomma. Le cose non migliorarono fino alla seconda metà del Ventesimo secolo, quando la creazione di una zona di libero scambio – una zona con tassazione molto favorevole – cominciò a far crescere nuovamente l’economia della città. Oggi Manaus è una grande città commerciale e industriale: ospita le sedi di diversi stabilimenti di società di telecomunicazioni (Nokia, Siemens e Sagem), diversi impianti di raffinazione del petrolio, stabilimenti chimici e industrie di Honda e Suzuki per la produzioni di autoveicoli. Tra le esportazioni, declinata quella della gomma, è ora prevalente quella delle noci brasiliane.
5. Com’è il tempo a Manaus
Manaus è situata in una zona di clima monsonico: la temperatura scende al di sotto dei 18 gradi solo una o due volte all’anno e l’umidità è sempre molto alta, circa all’80 per cento. Nonostante si trovi nella foresta pluviale, Manaus ha un clima atipico e i mesi estivi sono i più secchi dell’anno. Tra dicembre e marzo, invece, c’è la stagione delle piogge: in quattro mesi piovono circa 1.150 millimetri d’acqua. Nei mesi di giugno e luglio, quelli in cui si giocheranno i Mondiali, le temperature a Manaus dovrebbero oscillare tra i 23 e i 31 gradi e l’umidità dovrebbe essere compresa tra l’80 e l’83 per cento. Quest’anno però le piogge hanno creato problemi anche oltre la tradizionale stagione: verso la fine di maggio la città ha dichiarato lo stato di emergenza a causa delle piogge che hanno ingrossato il Rio Negro. Le autorità hanno spiegato che è stata una misura preventiva: benché sia possibile, non ci si aspetta un’esondazione del fiume nelle prossime settimane. Le squadre che giocheranno le partite dei Mondiali a Manaus svolgeranno allenamenti specifici per adattarsi al clima caldo e umido della città.
6. Uno stadio in Amazzonia
Lo stadio di Manaus in cui si giocheranno i Mondiali è stato costruito da zero: si chiama Arena da Amazonia e ha 42.000 posti. La costruzione di uno stadio nel mezzo della Foresta Amazzonica, per quanto all’interno di un enorme insediamento urbano, ha generato diversi problemi di progettazione: l’umidità della zona ha richiesto che l’acciaio e le saldature fossero trattate in modo speciale, che i materiali plastici fossero scelti in modo da resistere alle alte temperature raggiunte per gran parte dell’anno e che i lavori procedessero seguendo le stagioni, in modo tale da evitare di dover compiere lavori strutturali durante le grandi piogge. Anche fare arrivare i materiali per la struttura dello stadio fino a Manaus non è stato facilissimo, vista l’assenza di strade facilmente percorribili. Il New York Times ha spiegato che la maggior parte dei materiali edili sono stati spediti dal porto di Aveiro, in Portogallo, e sono arrivati con quattro diverse navi, che hanno impiegato circa 20 giorni per attraversare l’Oceano Atlantico e risalire il Rio delle Amazzoni fino al porto di Manaus. Siccome a Manaus non ha sede nessuna squadra di club, dopo il Mondiale lo stadio potrebbe essere riconvertito in un centro di detenzione. In molti hanno paragonato la costruzione della Arena de Amazonia a quella del Teatro Amazonas, costruito in un momento di grande prosperità economica e rimasto poi largamente inutilizzato per il resto della sua storia.