Ancora morti in Nigeria
Domenica sera è esplosa una bomba a Mubi, qualcuno dice nei pressi di un campo da calcio: ci sono decine di morti, la stampa locale dice almeno 60
La sera di domenica 1 giugno a Mubi, una città nel nord est della Nigeria al confine col Camerun, è esplosa una bomba nei pressi di una zona abitata. Associated Press ha parlato di «decine di morti», mentre il giornale nigeriano Punch ha scritto che i morti sono almeno 60. Le testimonianze sul luogo preciso di esplosione della bomba sono diverse, mentre sull’orario tutte le fonti sono concordi: tra le 6 e le 7 di sera. Secondo Associated Press la bomba sarebbe esplosa nei pressi di uno stadio di calcio al termine di una partita, in una zona dove sono presenti una scuola elementare e alcuni locali notturni; secondo AFP, che cita anche la testimonianza anonima di un funzionario governativo, l’esplosione è avvenuta direttamente sul campo, al termine della partita, mentre i tifosi lo stavano attraversando per uscire. Reuters scrive invece che la bomba è esplosa in un «posto dove si guardava la partita in televisione». Tutte le fonti parlano di una sola bomba.
L’attentato non è ancora stato rivendicato, ma è avvenuto in una zona nella quale il presidente nigeriano Goodluck Jonathan aveva dichiarato da mesi lo stato di emergenza: secondo Associated Press, la bomba è infatti esplosa pochi minuti prima che iniziasse un coprifuoco serale imposto per evitare attacchi terroristici, e – secondo un testimone – pochi minuti dopo l’abbandono del posto da parte di alcuni soldati dell’esercito nigeriano. Secondo diversi osservatori è molto probabile che l’attentato sia stato organizzate dai militanti di Boko Haram, il noto gruppo terrorista islamista presente soprattutto nel nord-est della Nigeria.
Negli ultimi mesi il governo nigeriano è stato molto criticato per i sistemi che sta utilizzando per contrastare Boko Haram, ritenuti insufficienti e non adatti per combattere gruppi che fanno guerriglia e organizzano attentati. Sabato 17 maggio i presidenti di Nigeria, Ciad, Camerun, Benin e Niger si erano radunati a Parigi per coordinare gli attacchi contro il gruppo terroristico: al termine dell’incontro, avevano confermato di volere organizzare una «guerra totale» contro Boko Haram. La scorsa settimana il New York Timesha scritto che le ricerche per trovare le circa 300 studentesse nigeriane rapite da Boko Haram in aprile sono a un punto morto. Le associazioni umanitarie attive nel paese stimano che da inizio anno almeno 2000 persone siano morte per attentati e violenze dei miliziani.
nella foto: alcune macchine bruciate a Mubi nell’ottobre del 2012 (AFP PHOTO/PIUS UTOMI EKPEI)