Gli scontri in Turchia
A un anno esatto dall'inizio delle proteste per il parco Gezi, manifestanti e polizia si sono scontrati a Istanbul e Ankara: ci sono diversi feriti
Sabato 31 maggio, a un anno esatto dall’inizio delle proteste contro il governo turco al parco Gezi, a Istanbul, ci sono stati nuovi scontri piuttosto violenti tra manifestanti e polizia, sia a Istanbul che nella capitale Ankara. Secondo il giornale turco Hurriyet, la polizia ha usato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere la folla: diverse persone sono rimaste ferite, e altre sono state arrestate. Tra i fermati c’è stato anche Ivan Watson, giornalista di CNN arrestato mentre era in diretta da piazza Taksim.
Il maggiore dispiegamento di forze di sicurezza c’è stato a piazza Taksim, a Istanbul, il centro delle proteste dell’estate del 2013. Nei giorni scorsi Erdoğan aveva ordinato il dispiegamento di 25mila poliziotti, diversi mezzi militari e anche qualche elicottero: la polizia di Istanbul aveva cancellato tutti i giorni di ferie presi nel giorno dell’anniversario delle proteste e richiamato forze aggiuntive provenienti da altre 11 province del paese. «Non sarete in grado di rifare quello che avete fatto lo scorso anno. Perché alla polizia sono stati dati ordini assoluti, che verranno eseguiti», aveva detto Erdoğan durante la cerimonia di inaugurazione di un edificio del municipio ad Istanbul prima che iniziassero le proteste.
Nel corso degli ultimi mesi centinaia di migliaia di turchi hanno continuato a protestare contro Erdoğan, accusandolo di eccessivo conservatorismo e autoritarismo: in particolare in molti credono che Erdoğan abbia iniziato un processo di “islamizzazione” della Turchia. La polizia turca ha sempre risposto con particolare durezza alle manifestazioni: nel corso dell’ultimo anno, scrive il Wall Street Journal, 12 persone sono morte negli scontri con le forze di sicurezza mentre altre migliaia sono rimaste ferite. Secondo un recente documento diffuso dall’organizzazione non governativa International Federation for Human Rights, oltre 5.600 manifestanti sono stati perseguiti dalla giustizia turca per il loro coinvolgimento nelle proteste, mentre nessuno dei responsabili delle violenze è mai stato sotto processo.