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  • Domenica 1 giugno 2014

L’arresto per la sparatoria al Museo Ebraico di Bruxelles

Un uomo di 29 anni che ha combattuto in Siria con i ribelli è stato fermato a Marsiglia: aveva con sé un video in cui confessava l'attacco

Aggiornamento 7 giugno – L’impiegato del Museo Ebraico di 25 anni che era rimasto gravemente ferito nella sparatoria del 24 maggio è morto, hanno detto le autorità del Belgio venerdì 6 giugno.

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Domenica primo giugno un uomo è stato arrestato a Marsiglia, in Francia, con l’accusa di essere l’autore della sparatoria al Museo Ebraico di Bruxelles, in Belgio, dove il 24 maggio furono uccise tre persone e una quarta rimase gravemente ferita. L’uomo si chiama Mehdi Nemmouche, ha 29 anni ed è di nazionalità francese. È stato arrestato durante un controllo di routine e gli sono stati trovati addosso un AK-47, un fucile d’assalto dello stesso modello utilizzato nella sparatoria di Bruxelles, e una pistola. Nemmouche aveva con sé anche una videocamera su cui era registrato un video della durata di 40 secondi in cui confessava di essere l’autore dell’attacco. Al momento dell’arresto, Nemmouche stava viaggiando su un autobus diretto da Amsterdam a Marsiglia via Bruxelles.

Belgium Shooting

Nemmouche ha dei precedenti per rapina a mano armata e ha passato cinque anni in prigione dove, secondo i magistrati francesi, si è avvicinato all’islamismo radicale. A partire dal gennaio 2013, Nemmouche ha trascorso un anno in Siria dove si ritiene che abbia combattuto al fianco dei ribelli islamisti (qui avevamo raccontato la storia degli occidentali che vanno a combattere in Siria). La magistratura belga, dice il Wall Street Journal, ha confermato l’accusa aggiungendo che Nemmouche ha combattuto a fianco dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante, una formazione di estremisti islamici che si è staccata da al Qaida e combatte sia in Siria che in Iraq.

Sempre secondo il Wall Street Journal, Nemmouche era sorvegliato dai servizi segreti francesi, come accade a quasi tutti i circa 700 cittadini francesi che si sono recati in Siria quando ritornano in Francia. Gestire questi sospetti, hanno dichiarato in passato le autorità francesi, spesso non è semplice, perché raramente esistono prove per la loro incriminazione.

Domenica il presidente francese François Hollande ha detto: «Continueremo a monitorare questi jihadisti e ci assicureremo che quando ritornano da una guerra che non è la loro e che certamente non è la nostra non possano fare alcun male». Nell’attacco del 24 maggio al Museo Ebraico sono morti due turisti israeliani e una turista francese. Un impiegato del museo di nazionalità belga è stato gravemente ferito.