La sparatoria in California
Sette persone sono morte e altre tredici sono rimaste ferite: l'assassino è un ragazzo di 22 anni che aveva postato il giorno prima su YouTube un video di minacce
Venerdì 23 maggio, sette persone sono morte e altre tredici sono state ferite a Santa Barbara, in California, in seguito a una sparatoria vicino al campus dell’università. Secondo la polizia, il responsabile è Elliot Rodger, un ragazzo di 22 anni che aveva attentamente pianificato il massacro nelle scorse settimane. Rodger è morto durante la sparatoria e, secondo lo sceriffo di Santa Barbara, si è ucciso dopo uno scontro a fuoco con alcuni poliziotti.
A quanto pare tre persone sono state uccise a colpi di pugnale nell’appartamento di Rodger, che poi ha preso la macchina e si è diretto verso gli edifici dell’università di Santa Barbara. A quel punto ha cominciato a sparare contro la folla, uccidendo altre tre persone. Quando la polizia è intervenuta ha provato a fuggire, investendo alcune persone. Dopo uno scontro a fuoco con alcuni agenti di polizia la sua auto si è schiantata e Rodger è stato trovato a bordo morto. Secondo lo sceriffo di Santa Barbara si sarebbe ucciso.
Nella macchina di Rodger sono stati trovate tre pistole e circa quaranta caricatori. Nella sua casa sono stati trovati coltelli e altre munizioni, tutte regolarmente acquistate nei negozi di armi della città. Il giorno prima della strage, Rodger aveva postato su YouTube un video lungo circa sette minuti in cui raccontava le sue frustrazioni sessuali, le difficoltà a rapportarsi con le donne e in cui prometteva che il giorno successivo si sarebbe vendicato per questa situazione. A un certo punto del video, Rodger dice: «Non so perché voi ragazze non siete attratte da me, ma vi punirò tutti per questo».
Nel suo appartamento, Rodger ha lasciato anche un testo di 141 pagine in cui racconta dettagliatamente il suo piano di vendetta, che prevedeva tra le altre cose di attirare potenziali vittime nel suo appartamento per poi ucciderle. Suo padre, Peter Rodger, è inglese, vive a Los Angeles ed è stato il regista della seconda unità della serie di film Hunger Games. Sabato l’avvocato della famiglia ha diffuso un comunicato di solidarietà nei confronti dei parenti delle vittime.