L’attacco al Parlamento somalo
Sono morte almeno sette persone, ma la situazione è ancora confusa: è stato rivendicato dal gruppo estremista al-Shabaab
Sabato 24 maggio almeno sette persone sono morte in un attacco al parlamento somalo nella città di Mogadiscio. Come sia andato esattamente l’attacco non è ancora chiaro, ma dalle prime ricostruzioni sembra avere coinvolto un’autobomba, un attentatore suicida e diversi uomini a piedi e armati. Secondo la polizia di Mogadiscio tra i morti ci sarebbero sei assalitori e un soldato somalo. Al momento dell’attacco, nell’edificio era in corso una sessione parlamentare ed erano presenti diversi deputati.
Secondo Associated Press, si sono sentiti spari ed esplosione per diversi minuti dopo l’annuncio dell’attacco, segno che probabilmente alla sparatoria hanno partecipato un numero di assalitori superiore a quelli uccisi dalla polizia. L’attentato è stato rivendicato da al-Shabaab, un gruppo di estremisti islamici vicino ad al Qaida, che ha già compiuto attacchi terroristici come quello di oggi sia in Somalia che all’estero (come quello al centro commerciale di Nairobi lo scorso settembre).
Il parlamento somalo era già stato attaccato nel 2009 e nel 2010. Nelle scorse settimane c’erano stati altri attacchi contro i parlamentari somali. Un deputato è stato ucciso con un’autobomba e un altro nel corso di una sparatoria. Al-Shabaab è stata espulsa da Mogadiscio nel corso del 2011, ma controlla ancora diverse aeree nel sud del paese. Il governo controlla la capitale e alcune aree meridionali, mentre il resto del paese si è autoproclamato indipendente o gode di ampie autonomie. BBC ha realizzato una mappa che spiega piuttosto chiaramente la confusa situazione politica nella quale si trova la Somalia.