Tutto su Real Madrid-Atletico Madrid
Inizia alle 20.45 a Lisbona la prima finale nella storia della Champions League tra due squadre della stessa città: le cose da sapere, per godersela come si deve
Real Madrid-Atletico Madrid si giocherà sabato 24 maggio alle 20:45, allo stadio “da Luz” di Lisbona, in Portogallo, ed è la finale dell’edizione 2013-2014 della Champions League, il più importante torneo di calcio per club d’Europa. Real e Atletico sono le due principali squadre di Madrid, e in questa stagione si sono dimostrate due tra le più forti d’Europa: l’Atletico ha vinto il campionato spagnolo la settimana scorsa, e ha soprattutto una gran difesa. Il Real ha vinto la Coppa nazionale spagnola poco più di un mese fa, e ha soprattutto un grande attacco. In Spagna c’è da sempre grande rivalità tra Real e Atletico, sebbene la rivalità sportiva più nota degli ultimi anni – soprattutto all’estero – sia stata quella tra Real e Barcellona, le due squadre che in tempi recenti hanno vinto la maggior parte dei trofei spagnoli.
L’Atletico Madrid non ha mai vinto la Champions League: arrivò una sola volta in finale, nel 1974, ma poi perse contro il Bayern Monaco. In caso di vittoria, sarebbe la 23esima squadra a entrare per la prima volta nell’albo d’oro di questa competizione (l’ultima a vincere la Champions per la prima volta fu il Chelsea nel 2012). Il Real Madrid, invece, è arrivato in finale per la 13esima volta ed è la squadra che ha vinto questo trofeo più di ogni altra, nove volte in tutto: l’ultima fu nel 2002, quando sconfisse in finale il Bayer Leverkusen per 2-1. Fu una partita che molti ricordano soprattutto per il secondo gol del Real Madrid: lo segnò il calciatore francese Zinedine Zidane alla fine del primo tempo, e fu uno dei suoi gol più belli di sempre.
Quante altre finali ci sono state tra squadre dello stesso paese?
Nessuna: per la prima volta nella storia della Champions League la finale la giocheranno due squadre della stessa città. Che invece la giochino squadre della stessa nazione è avvenuto altre quattro volte prima di stasera: nel 2000 il Real Madrid batté 3-0 il Valencia; nel 2003 il Milan batté la Juventus ai calci di rigore (3-2); nel 2008 il Manchester United batté il Chelsea, anche quella volta ai calci di rigore (6-5); e l’anno scorso il Bayern Monaco batté 2-1 il Borussia Dortmund, segnando il gol decisivo a un minuto dalla fine della partita.
Come ci è arrivato il Real
Durante la fase ad eliminazione diretta il Real Madrid ha battuto tre squadre tedesche: lo Schalke 04 agli ottavi di finale, il Borussia Dortmund ai quarti e il Bayern Monaco in semifinale. Nella fase a gironi il Real arrivò largamente primo con 16 punti, vincendo tutte le partite e pareggiandone una soltanto (era nel gruppo B, insieme alla Juventus). In quelle sei partite segnò addirittura 20 gol, una media di più di 3 gol a partita, e anche nella fase a eliminazione diretta ha continuato a segnare tantissimo: 17 gol in 6 partite, e ne ha subiti soltanto 4.
Cristiano Ronaldo
Complessivamente in questa edizione della Champions League il Real Madrid ha segnato 37 gol e ne ha subiti soltanto 9. 16 di quei 37 gol li ha segnati un solo giocatore, il ventinovenne portoghese Cristiano Ronaldo, che quest’anno ha vinto il Pallone d’Oro, è stato il capocannoniere del campionato spagnolo segnando 31 gol, e al momento è più o meno unanimemente ritenuto il calciatore più forte e completo al mondo. Ronaldo è sempre stato un giocatore fortissimo, molto veloce e con grande tecnica, ma non sempre continuo nelle sue prestazioni. Quest’anno si è impegnato di più anche in fase difensiva, recuperando un numero notevole di palloni. Considerando tutte le competizioni, in questa stagione Ronaldo ha segnato una media di più di un gol a partita (50 in 46 partite).
Carlo Ancelotti
L’estate scorsa il Real Madrid ha cambiato allenatore, sostituendo il portoghese José Mourinho – vincitore in tre stagioni di un campionato, una supercoppa e una Coppa del Re – con Carlo Ancelotti. Ancelotti è stato a lungo giocatore e allenatore del Milan, squadra con cui ha vinto la Champions League quattro volte, due da giocatore e due da allenatore. Ancelotti è stato assunto con l’obiettivo più o meno esplicito di vincere la Champions League dopo tre anni in cui il Real è stato eliminato in semifinale. Peraltro, dopo aver vinto la Coppa del Re, il Real era rimasto teoricamente in lotta anche per il campionato fino a tre settimane dalla fine, quando ha clamorosamente pareggiato e perso contro squadre più deboli nella penultima e nell’ultima giornata.
Come ci è arrivato l’Atletico
L’Atletico Madrid ha avuto un girone un po’ più semplice, con Porto, Zenit e Austria Vienna: è arrivato primo con 16 punti, e cioè cinque vittorie su sei partite, e un pareggio. Nella fase a eliminazione diretta ha incontrato e battuto, in successione, Milan, Barcellona e Chelsea, tre squadre tutto sommato meno forti di quelle affrontate dal Real Madrid, fatta eccezione per il Barcellona, che ha una lunga esperienza di vittorie in Champions League ma che non è riuscito a segnare più di un gol all’Atletico.
L’Atletico ha un gioco molto diverso e un approccio alle partite più difensivo rispetto al Real Madrid. Il suo portiere, il 22enne belga Thibaut Courtois, è quello che ha subito meno gol in tutto il campionato spagnolo (26 in 37 partite). Ma è andata così non soltanto per le sue qualità come portiere, ma anche per il tipo di gioco della squadra, che difende benissimo già da metà campo con un pressing notevole sui portatori di palla avversari. In Champions League l’Atletico ha subito soltanto 6 gol in 12 partite. Diversi osservatori riconoscono all’allenatore, Diego Simeone, una parte importante dei meriti dei successi di questa stagione.
Diego Simeone
Diego Simeone è un ex calciatore argentino che nella sua carriera ha giocato a lungo in Spagna e in Italia: ha giocato nell’Atletico Madrid dal 1994 al 1997 e poi di nuovo dal 2003 al 2005, dopo una lunga parentesi in Italia con l’Inter (1997-1999) e con la Lazio (1999-2003). Molti ritengono che questa esperienza in Italia – dove per anni, più che in altri paesi, le tattiche e i moduli sono stati un aspetto fondamentale della preparazione delle partite – abbia influenzato i suoi metodi e il suo stile come allenatore: l’Atletico di Simeone non è una squadra spettacolare ma riesce a mettere in difficoltà qualsiasi avversario. E alla fine vince, spesso segnando un solo gol o due in contropiede o su calci piazzati.
La maggior parte dei commentatori è soprattutto concorde nel ritenere che l’Atletico disponga di uno spirito di gruppo che gli permette di ottenere risultati sportivi superiori a quanto ci si potrebbe aspettare da una squadra con quella rosa (ci sono diversi giocatori difficilmente comparabili, per talento, a quelli del Real Madrid). Parlando dell’Atletico, Michael Robinson, ex giocatore e ora commentatore per una tv spagnola, ha detto: «è come un cane pulcioso a cui non puoi non affezionarti. Difendono bene, attaccano bene, ma non sono particolarmente brillanti in niente se non nel dare tutto quello che hanno».
Diego Costa e gli altri giocatore forti dell’Atletico
Gran parte delle azioni di attacco dell’Atletico passano per i piedi di quattro giocatori: Koke, Gabi, Arda Turan e Diego Costa, tutti calciatori di grande resistenza e tenacia, prima ancora che di talento. Diego Costa è quello che conclude le azioni e fa gol, e in questa stagione ha sorpreso moltissimi appassionati per il numero di gol complessivi (35) e per la facilità con cui gli sono riusciti gol molto difficili. A un certo punto della stagione sembrava che Diego Costa potesse segnare a qualsiasi squadra in qualsiasi modo.
La settimana scorsa Diego Costa si è infortunato durante la partita contro il Barcellona e la sua presenza in campo stasera è rimasta in dubbio fino all’ultimo (alla fine giocherà): in caso di assenza di Diego Costa l’Atletico avrebbe perso un giocatore fondamentale, e Diego Simeone avrebbe dovuto impostare la partita diversamente (in attacco con David Villa avrebbe mandato lo spagnolo Raúl García, un giocatore molto meno forte di Costa). Nel Real invece non dovrebbe mancare nessuno, a parte il centrocampista Xabi Alonso, squalificato.
Chi ha vinto in questa stagione quando hanno giocato contro?
Real Madrid e Atletico Madrid si sono affrontate in questa stagione altre quattro volte. In campionato l’Atletico ha vinto la partita di andata – 1-0 in casa del Real Madrid, a settembre, e segnò Diego Costa – e ha pareggiato 2-2 la partita di ritorno (segnarono Benzema e Ronaldo per il Real, Koke e Gabi per l’Atletico). Il Real Madrid, tuttavia, ha vinto nettamente le altre due partite, l’andata e il ritorno della semifinale di Coppa del Re, a febbraio (3-0 e 2-0).
In molti, guardando i precedenti e le statistiche, ritengono che potrebbe essere una partita fallosa perché sono due tra le squadre più sanzionate del campionato spagnolo: nel corso della stagione i giocatori dell’Atletico hanno ricevuto complessivamente 95 ammonizioni e due espulsioni, quelli del Real 75 ammonizioni a due espulsioni.
Chi tifa per chi, a Madrid?
Comprensibilmente, i tifosi del Real Madrid nel mondo sono assai più numerosi di quelli dell’Atletico, principalmente a causa della notorietà e dei maggiori successi internazionali del Real. Ma a Madrid la distribuzione è molto più equilibrata e l’Atletico ha l’appoggio di migliaia di tifosi – tra cui, per dire, il principe Felipe di Spagna e il ministro dell’Economia Luis de Guindos (l’ex primo ministro José María Aznar invece tifa Real Madrid). Inizialmente si era pensato di proiettare la partita di stasera in piazza, a Puerta del Sol, ma l’amministrazione comunale ha poi cambiato idea. Una funzionaria locale ha detto: «A qualcuno verrebbe mai in mente di mettere insieme i tifosi del River Plate e quelli del Boca Juniors a Plaza de Mayo a Buenos Aires?». In verità la rivalità sportiva tra Atletico e Real, soprattutto in anni recenti, non è mai stata violenta. Il giornalista del quotidiano sportivo El Mundo ha scritto che piuttosto questa partita è “il confronto tra due modi profondamente diversi di essere madrileno”.
Tra Real e Atletico c’è da sempre una consistente differenza di risorse economiche: in questa stagione si stima che l’Atletico abbia speso meno di un quarto di quanto ha speso il Real Madrid (il Real è anche la squadra che ha guadagnato più di tutte nella stagione 2012-2013). Fernando Castán, un giornalista sportivo che ha scritto un libro sull’Atletico, dice che “anche se suona un po’ come un cliché, il Real Madrid è potere e denaro, mentre l’Atletico è per gente umile e marginale”.
C’è poi una sostanziale differenza nella storia sportiva dei due club, e quindi nelle abitudini delle due tifoserie: i tifosi dell’Atletico hanno visto perdere la loro squadra molto più spesso di quanto non sia capitato a quelli del Real (tanto che a un certo punto a Madrid i tifosi del Real cominciarono a soprannominare l’Atletico “Patético de Madrid” e i suoi tifosi “El Pupas”, gli sfigati). Eppure la passione dei tifosi dell’Atletico non è mai diminuita a Madrid, neppure quando la squadra ha vissuto momento difficili, in seconda divisione.
Che genere di tifosi hanno Atletico e Real?
Uno degli elementi che alcuni riportano e leggono come segno del profondo attaccamento all’Atletico da parte dei suoi tifosi di Madrid è che, durante le partite di campionato, lo stadio – il Vicente Calderón, uno stadio da circa 55 mila posti – è quasi sempre esaurito, anche quando l’Atletico gioca contro squadre di bassa classifica. Quando quelle stesse squadre scarse le affronta il Real Madrid, il suo stadio – il “Santiago Bernabeu”, da circa 81 mila posti – molto raramente si riempie del tutto, e in quei casi parecchi abbonati preferiscono piuttosto rivendere i biglietti ai turisti (lo stadio del Real è uno dei più visitati al mondo, anche quando non ci sono partite, e dentro c’è un museo notevole).
Un altro fatto significativo, che viene spesso ricordato a proposito dei tifosi dell’Atletico, è che nella stagione in cui l’Atletico retrocesse in seconda divisione, nel 2000, la vendita dei biglietti per le partite in casa aumentò rispetto agli anni precedenti. Giusto quattro anni prima, nella stagione 1995-1996, l’Atletico aveva vinto il campionato e la Coppa del Re, e tra i giocatori di allora c’era anche l’attuale allenatore, Diego Simeone: nessuno avrebbe immaginato che in così poco tempo – anche in seguito a una grave crisi societaria – la squadra sarebbe retrocessa. Eppure, nell’estate della retrocessione, l’Atletico ripartì con lo stesso seguito di tifosi e con grande entusiasmo: sul manifesto della campagna abbonamenti c’era il calciatore Kiko, uno dei più forti e amati attaccanti dell’Atletico di allora, e la scritta “Un anno all’inferno”. Invece furono due, perché l’Atletico non riuscì a ottenere la promozione al primo tentativo.
Ancora oggi viene poi molto citato tra gli addetti ai lavori un breve spot pubblicitario risalente all’inizio del secondo anno dell’Atletico in seconda divisione, che inquadrò perfettamente la frustrazione, ma anche la passione inesauribile, dei tifosi dell’Atletico per le vicende della squadra. Un bambino seduto sul sedile posteriore della macchina chiede al padre, con aria un po’ desolata: «Papà, perché siamo dell’Atletico?», e il video si conclude con una risposta che appare sullo schermo, su uno sfondo nero: “non è facile da spiegare, ma è qualcosa di molto, molto grande”.
Un paio di anni dopo, all’inizio della stagione 2003-2004, ebbe molto successo un altro video promozionale, ambientato durante la guerra civile spagnola, in cui due soldati nemici scoprono di avere in comune il tifo per l’Atletico Madrid (l’urlo alla fine del video, “¡aúpa Atléti!”, significa “Forza Atletico!”).
(Come vedere Real Madrid-Atletico Madrid)
Foto: Cristiano Ronaldo e Diego Costa (Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images)