Il video dell’uccisione di due palestinesi nei giorni della Nakba
Lo ha diffuso una ong, mostra due giovani disarmati colpiti con armi da fuoco: Israele ha aperto un'inchiesta militare e una civile
Il 19 maggio è stato diffuso online un video che mostra l’uccisione di due giovani palestinesi alla prigione militare di Ofer, che si trova in Cisgiordania tra Ramallah e gli insediamenti israeliani di Giv’at Ze’ev, cinque chilometri a nord-ovest di Gerusalemme. Il video – diffuso dall’ong “Defence for Children International” – è il filmato di una telecamera di sicurezza: mostra due ragazzi cadere per terra dopo essere stati colpiti da colpi di arma da fuoco, senza che apparentemente stessero minacciando qualcuno. Le uccisioni dei due palestinesi risalgono ai giorni della Nakba, “il giorno della catastrofe”, cioè il giorno che i palestinesi ricordano per la perdita delle loro case nella guerra del 1948 che portò alla creazione dello stato di Israele.
Attenzione, il video contiene immagini forti
Il gruppo che ha diffuso il video ha detto che i colpi sono stati sparati da alcuni soldati israeliani, e li ha accusati di avere agito senza che ci fosse alcuna immediata e diretta minaccia alla vita dei militari (nel video non si vede il punto di partenza degli spari). L’uccisione dei due ragazzi è stata condannata anche dal governo palestinese, che ha accusato Israele di “omicidio a sangue freddo”, e dall’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Israele intanto ha fatto sapere di avere avviato una doppia indagine – una delle polizia militare e l’altra delle autorità civili – per capire cosa sia successo.
Secondo le prime ricostruzioni i soldati israeliani avevano sparato fino a quel momento proiettili di gomma: il capo del dipartimento traumatologico dell’ospedale di Ramallah, Salim Saliba, ha confermato però che i due giovani sono stati uccisi da proiettili veri. L’esercito israeliano intanto ha diffuso una nota in cui conferma le indagini in corso, e aggiunge: «Lo scorso giovedì proteste violente e illegali si sono verificate a Betunia. Il video in questione è stato editato in maniera parziale e non riflette la violenza delle proteste».