I nuovi treni francesi sono troppo larghi
A causa di un errore di misurazione bisognerà intervenire su circa 1300 marciapiedi, con una spesa aggiuntiva stimata intorno ai 50 milioni di euro
In Francia si è tornato a parlare molto dell’ambizioso piano per rinnovare i treni regionali (TER) in seguito a un articolo pubblicato dal giornale satirico Le Canard enchaîné, nel quale si racconta – la notizia è vera – di come la Société nationale des chemins de fer français (SNCF), la società che gestisce il trasporto ferroviario, abbia sbagliato le misure dei nuovi convogli, facendoli costruire più larghi rispetto agli spazi tra i marciapiedi delle stazioni che devono attraversare. Per potere fare passare i treni sarà necessario intervenire su circa 1300 marciapiedi, con una spesa aggiuntiva stimata intorno ai 50 milioni di euro.
La gara d’appalto per rifare con criteri più moderni e interni più confortevoli i treni regionali era stata vinta da due società, Alstom e Bombardier, per una cifra intorno ai 5 miliardi di euro. SNCF aveva dato grande risalto all’iniziativa, lanciata per offrire un servizio migliore ai milioni di passeggeri che ogni giorno utilizzano il trasporto regionale.
L’errore, stando alle ricostruzioni di Le Monde e di Le Figaro, nacque al momento in cui SNCF chiese al gestore che materialmente si occupa della rete ferroviaria, Réseau ferré de France (RFF), le misure sullo spazio che rimane libero ai due lati degli attuali treni regionali quando questi si trovano tra i marciapiedi in stazione. I tecnici di RFF risposero comunicando una misura intorno ai 10 centimetri per lato per i marciapiedi costruiti negli ultimi 30 anni, cosa che indusse i progettisti di SNCF ad approfittarne per fare allargare i vagoni di circa 20 centimetri per offrire più spazio ai passeggeri.
Le misure furono comunicate alle due società appaltatrici incaricate di rifare i treni. Solo in seguito si è scoperto che la misura comunicata da RFF non si applica ai marciapiedi di tutte le stazioni, perché alcuni sono molto vecchi e non sono stati mai rifatti secondo gli standard e i criteri degli ultimi 30 anni. In mezzo a questi marciapiedi, che sono circa 1300, i treni rinnovati non possono passare perché troppo larghi di qualche centimetro. Per questo motivo sì dovrà intervenire per ridurre la larghezza e adattarla ai nuovi convogli.
La notizia è stata criticata da diversi esponenti politici, anche perché è arrivata in un periodo molto delicato per le ferrovie francesi: nelle prossime settimane il Parlamento inizierà a discutere una serie di regole per riformare il loro funzionamento. Secondo i detrattori, il fraintendimento tra RFF e SNCF dimostra che c’è scarsa condivisione di informazioni tra le due società e incapacità di collaborare.
L’operazione di adattamento è già in corso da qualche settimana e per ora ha interessato circa 300 marciapiedi, che sono stati modificati o rifatti integralmente, spiega Le Monde. Le stazioni interessate dai lavori si trovano principalmente nelle regioni Midi-Pirenei e Centro.
In seguito alle critiche e alle polemiche per l’articolo del Canard enchaîné, ripreso da tutti i principali media francesi, SNCF e RFF hanno diffuso un comunicato per spiegare che in realtà già nel 2012 si era parlato della possibilità di effettuare alcuni aggiustamenti nelle stazioni, in vista dell’arrivo di “nuovo materiale rotabile” con dimensioni diverse dalle attuali. Non è però chiaro perché i lavori intorno ai marciapiedi siano iniziati solo in un secondo momento e non siano ancora finiti, considerato che l’introduzione dei nuovi treni deve iniziare quest’anno e proseguire fino alla fine del 2016. Nel comunicato si ricorda che la spesa di 50 milioni di euro per l’adattamento delle stazioni costituisce circa l’1 per cento dei 4 miliardi di euro che sono investiti annualmente per ammodernare la rete ferroviaria francese.