La storia del mammut Lyuba
Visse 41.800 anni fa e morì molto giovane affogando nel fango, che però l'ha conservato perfettamente fino ai giorni nostri: presto sarà esposta a Londra
Dopo un lungo viaggio durato una settimana e iniziato a Salechard, città sul circolo polare artico nell’estremo nord della Russia, la mummia di mammut meglio conservata al mondo è arrivata al Natural History Museum di Londra, dove sarà esposta nei prossimi giorni nella mostra “Mammoths: Ice Age Giants”. La mummia, chiamata Lyuba, è stata trasportata all’interno di una cassa con una speciale imbottitura che ne riprende la forma, per evitare che si potesse danneggiare, ed è la sua prima esposizione in un grande museo occidentale. Si stima che il mammut avesse tra i 30 e i 35 giorni, quando morì in un’area fangosa della penisola Jamal (Siberia nord-occidentale) circa 41.800 anni fa.
Dopo essere rimasta conservata nel terreno gelido siberiano per millenni, la piccola di mammut fu scoperta per caso nel maggio del 2007 dal cacciatore di renne Yuri Khudi insieme con i suoi figli, appartenenti alla popolazione indigena dei nenci. Khudi capì di trovarsi davanti a un mammut, ma non toccò la mummia dell’animale perché secondo la tradizione del suo popolo, toccarne i resti porta sfortuna. Dopo avere segnato il luogo della scoperta, Khudi si mise in viaggio e percorse circa 250 chilometri per raggiungere la città più vicina e consultarsi con il direttore di un museo locale su che cosa fare.
Furono contattate le autorità locali e Khudi con un altro gruppo di persone fu trasportato in elicottero nella zona della scoperta, ma al suo arrivo il mammut era sparito. Sospettando che fosse stato portato via da qualcuno che aveva fiutato un buon affare, Khudi raggiunse con un amico il villaggio di Novy Port, dove trovò la carcassa dell’animale esposta all’esterno di un negozio. Saltò fuori che il gestore del locale aveva da poco acquistato il mammut dal cugino di Khudi in cambio di due motoslitte da neve.
Grazie all’intervento della polizia fu possibile recuperare la mummia, che aveva subìto qualche danno, e trasportarla al museo Shemanovsky di Salechard. Considerato l’impegno con cui Khudi aveva seguito la vicenda dopo la scoperta dell’animale, fu deciso di chiamare il mammut Lyuba, come la moglie del cacciatore di renne.
Lyuba è un esemplare di mammut estremamente ben conservato: è alto 85 centimetri e lungo circa 1,3 metri dalla proboscide alla coda. Studiando la sua dentatura, è stato possibile ricostruire che nacque in primavera, dopo una gestazione di circa 20 mesi, paragonabile a quella dei moderni elefanti. Il processo naturale di mummificazione e il suo isolamento in un posto protetto per millenni hanno contribuito all’ottimo stato di conservazione di Lyuba: i suoi organi interni sono intatti, così come la sua pelle, gli occhi e la proboscide. Le analisi condotte sul mammut hanno permesso di identificare tracce di latte materno nel suo stomaco.
Il piccolo di mammut era in buona salute, quando morì prematuramente a circa un mese di vita. Secondo i ricercatori, l’animale soffocò dopo essere sprofondata nel fango nel letto di un fiume, che la colonna di mammut cui apparteneva stava attraversando. Lo stesso fango che ne causò la morte determinò la sua mummificazione e la conseguente conservazione fino ai giorni nostri.
Con il termine “mammut” si indicano in realtà diverse specie di grossi animali con la proboscide, parenti stretti degli elefanti dei giorni nostri, e vissuti dal Pliocene (l’epoca geologica iniziata 4,8 milioni di anni fa) fino a 3.500 anni fa. La maggior parte delle specie di mammut si estinse entro la fine del Pleistocene (iniziato 2.58 milioni di anni fa e terminato 11.700 anni fa), mentre alcuni mammut nani che vivevano sull’isola di Wrangler nell’oceano Artico riuscirono a sopravvivere fino al 1.500 avanti Cristo. A oggi non si sa di preciso che cosa abbia determinato l’estinzione dei mammut, le ipotesi prese più in considerazione sono legate alla caccia eccessiva da parte dell’uomo e ai grandi cambiamenti climatici che avvennero tra le epoche geologiche più recenti.