L’Olanda ai Mondiali
Ottava puntata della guida ai Mondiali: una squadra che è nel giro delle più forti da parecchio, ma che stavolta potrebbe cambiare sistema di gioco
L’Olanda si è qualificata ai prossimi Mondiali dominando il proprio girone di qualificazione della UEFA, la confederazione di calcio europea: hanno subito solo cinque gol in dieci partite e pareggiato una sola partita, 2-2 in casa dell’Estonia. Sarà la decima volta nella loro storia che partecipano a un Mondiale ma hanno un girone piuttosto complicato con Spagna, Cile e Australia: sarà più importante che in altre edizioni ottenere il primo posto, più che altro per evitare di giocare contro il Brasile agli ottavi di finale (cosa che accadrà se il Brasile si qualificherà come prima del girone A e l’Olanda come seconda del proprio girone, il B). Un fatto notevole: l’attuale allenatore della squadra, Louis Van Gaal, ha da poco firmato un contratto di tre anni con il Manchester United.
Chi è rimasto dal 2010?
Dell’ottima e spettacolare squadra che arrivò in finale contro la Spagna all’ultima edizione dei Mondiali – e perse – sono rimasti in otto, su 30 pre-convocati. Sono il portiere Michel Vorm, i centrocampisti Nigel De Jong, Wesley Sneijder e Rafael van der Vaart, e gli attaccanti Robin Van Persie, Arjen Robben, Klaas-Jan Huntelaar e Dirk Kuyt (cioè mezza squadra titolare dal centrocampo in su). Prendendo in considerazione quelli che disputarono la finale del 2010, il difensore e capitano Giovanni van Bronckhorst e il centrocampista Mark Van Bommel si sono nel frattempo ritirati, il portiere Maarten Stekelenburg e il difensore centale John Heitinga giocano nel Fulham (che quest’anno è retrocesso dalla Premier League) e qualcuno è semplicemente sparito (Eljero Elia, dopo una stagione da meteora alla Juventus, oggi è spesso in panchina nel Werder Brema), mentre altri sono stati semplicemente messi da parte.
Chi è rimasto fuori, quest’anno?
Fra quelli recentemente convocati da Van Gaal, ci sono un paio di buoni giocatori: il 25enne terzino del Paris Saint-Germain Gregory van der Wiel e il 30enne centrocampista del PSV Eindhoven Stijn Schaars. Il centrocampista 24enne della Roma Kevin Strootman, da tempo titolare in nazionale e recentemente diventato capitano, non è stato invece convocato perché ancora infortunato (si ruppe il legamento crociato del ginocchio sinistro durante Napoli-Roma del 9 marzo 2014).
Come gioca l’Olanda ultimamente
In maniera diversa dal solito: negli anni scorsi ha spesso giocato con il 4-2-3-1 o il 4-3-3, per sfruttare gli ottimi giocatori di cui disponeva sulle fasce (Robben, Kuyt) o in generale sulla trequarti del campo (Sneijder, van der Vaart). Il 13 maggio, il giorno successivo alle convocazioni, Van Gaal ha tenuto una conferenza stampa in cui spiegava di aver deciso di giocare con un modulo diverso, il 5-3-2. Van Gaal ha spiegato che ha deciso così «per tre motivi: l’infortunio di Strootman, il fatto che non abbiamo grandi terzini sinistri, e perché voglio giocare con un minimo di tre giocatori che costruiscano gioco».
Il modulo è stato provato nell’ultima amichevole contro l’Ecuador, giocata il 17 maggio. Dopo aver subito gli attacchi dell’Ecuador ed essere andata in svantaggio dopo soli otto minuti, si è visto cosa ha in mente Van Gaal: un centrocampo dove i centrali costruiscono gioco e si inseriscono, due esterni molto larghi e gli attaccanti che a fasi alterne scendono ad aiutare i compagni oppure ricevono una palla lunga sulla corsa (come Van Persie in occasione del gol). Nel caso tutto questo vi ricordi qualcosa, è praticamente il sistema con cui gioca la Juventus da due stagioni. Contro l’Ecuador, però, non hanno giocato né Robben né Sneijder, perché ancora impegnati coi propri club. Non è ancora chiaro dove intenda farli giocare Van Gaal: una soluzione, con le dovute proporzioni, Van Gaal potrebbe pescarla dal sistema di gioco del Torino di quest’anno, nel quale una punta esterna con caratteristiche simili a quelle di Robben (Alessio Cerci) ha giocato come seconda punta dietro a un centravanti piuttosto completo (Ciro Immobile), con grande libertà di movimento.
Chi è il giovane più interessante?
I più promettenti giocano in quella parte del campo da cui, storicamente, l’Olanda ha tirato fuori i calciatori migliori: il centrocampo. Uno di questi è il ventiduenne Jordy Clasie, che gioca nel Feyenoord, una squadra del campionato olandese (quest’anno si è classificata al secondo posto, dietro l’Ajax). Clasie è un centrocampista di talento ma molto diverso da quelli a cui si è soliti pensare quando si pensa ai grandi centrocampisti d’attacco dell’Olanda, tipo van Persie, Robben o Sneijder: Clasie è un mediano coi piedi buoni. Nel Feyenoord gioca in posizione piuttosto arretrata in un centrocampo a tre, e oltre ad avere una buona visione di gioco è uno che recupera tantissimi palloni. Fisicamente non è fortissimo (è alto 1 metro e 69), e probabilmente non avrà molte occasioni per giocare, perché non parte da titolare, ma è uno da tenere d’occhio. E un altro giovane interessante da tenere d’occhio è il ventitreenne Georginio Wijnaldum, che gioca nel PSV Eindhoven.
E il pre-convocato più bollito?
Dirk Kuijt è un attaccante di grande esperienza: ha 33 anni e da due anni gioca nel Fenerbahce, ma sono ormai diversi anni che non viene impiegato con regolarità nel giro della nazionale, pur facendone parte fin dal 2004. Praticamente in nessuna delle nazionali olandesi degli ultimi dieci anni – fatta eccezione per quella del Mondiale del 2010 – Kuijt è stato mai considerato un attaccante titolare dal posto sicuro.
Qual è stato il gol più bello delle qualificazioni?
Il secondo contro la Turchia, il 15 ottobre 2013, nella partita che l’Olanda vinse 2-0. Lo segnò Sneijder, alla fine di uno scambio molto bello con Kuijt, in uno spazio ridottissimo.
Può tornare in finale?
I punti di forza dell’Olanda sono sostanzialmente alcuni grandi giocatori sulla trequarti e un allenatore di grandi esperienza e capacità. Molto però dipenderà dalla fase a gironi, che – considerando la Spagna ancora superiore – l’Olanda terminerà probabilmente al secondo posto. A quel punto incontrerebbe quasi certamente il Brasile, una della squadre più difficili da affrontare di tutto il torneo, e il suo Mondiale potrebbe finire lì.
Il Post pubblica un articolo al giorno dedicato a ciascuna delle squadre che parteciperanno ai Mondiali. L’archivio degli articoli precedenti di questa serie lo trovate qui.