La “guerra totale” a Boko Haram
L'hanno promessa i leader di cinque paesi africani riuniti a Parigi: ma intanto gli attacchi del gruppo continuano (e non si sa nulla di nuovo sulle ragazze rapite)
Sabato 17 marzo i presidenti di Nigeria, Ciad, Camerun, Benin e Niger si sono riuniti a Parigi, ospitati dal presidente francese François Hollande, per coordinare gli sforzo contro Boko Haram, il gruppo terroristico di estremisti musulmani che opera principalmente in Nigeria e che lo scorso 14 aprile ha rapito oltre 200 ragazze da una scuola nel nord del paese. Al termine dell’incontro tutti i leader hanno detto che porteranno avanti “una guerra totale” contro Boko Haram.
In pratica, il risultato della riunione dovrebbe essere un miglioramento nel coordinamento degli sforzi tra le forze armate dei vari paesi e un maggior scambio di informazioni tra le varie intelligence. Il piano deciso congiuntamente prevede che la sorveglianza ai confini dei vari paesi sia aumentata, così come la presenza militare intorno al lago Chad, una zona strategicamente molto importane al confine tra Camerun, Nigeria, Niger e Ciad.
Non è chiaro quanto la riunione sia scesa nei dettagli organizzativi e quanti impegni precisi siano stati presi dai leader africani. Negli anni passati gli eserciti di questi paesi hanno dimostrato spesso di essere particolarmente inefficienti e incapaci di opporsi a gruppi armati anche numericamente poco consistenti, come ad esempio Boko Haram.
Proprio in questi giorni sono avvenuti nuovi attacchi che sono stati attribuiti a Boko Haram. Sabato 17 maggio è stato attaccato un cantiere stradale nel nord del Camerun. Un soldato è stato ucciso e dieci lavoratori cinesi sono stati rapiti. In un altro attacco avvenuto in un villaggio nigeriano non troppo distante dal confine con il Camerun sono state uccise 11 persone.
Non ci sono novità, invece, sulle ragazze rapite il 14 aprile nella città nigeriana di Chibok. Questa settimana è stato pubblicato un video dove sono mostrate circa un centinaio delle ragazze rapite. A quanto pare, i leader del gruppo hanno offerto uno scambio di prigionieri, ma il presidente della Nigeria, Goodluck Jonathan, ha dichiarato che non intende trattare con i terroristi. Venerdì ha annullato una visita a Chibok per ragioni di sicurezza.