Gli arresti per la strage nella miniera in Turchia
Sono diciotto e riguardano anche i dirigenti della miniera: il numero dei morti è intanto salito a 301
Domenica 18 maggio, in Turchia sono state arrestate diciotto persone in seguito al più grave incidente in miniera avvenuto nella storia del paese. Tra gli arrestati ci sono molti dirigenti della società che gestisce la miniera. La magistratura turca li sta interrogando nella città di Soma, dove mercoledì 14 maggio è avvenuto l’incidente che ha causato la morte di 301 minatori.
Negli ultimi giorni, in seguito all’incidente, ci sono state numerose manifestazioni contro il governo e contro i dirigenti della società che gestisce la miniera. Ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti ad Ankara, Istanbul, Smirne e nella stessa Soma, dove sabato la polizia ha vietato ulteriori manifestazioni. Il primo ministro turco, il conservatore Recep Tayyip Erdoğan, e il suo collaboratore, il vicecapo di gabinetto Yusuf Yerkel, sono stati entrambi ripresi e fotografati mentre colpivano con calci o pugni alcuni manifestanti.
L’incidente del 14 maggio si è verificato a circa 2 chilometri di profondità, in gallerie distanti quasi quattro chilometri dal più vicino punto di ingresso della miniera. A quanto sembra, un corto circuito elettrico ha causato un’esplosione che a sua volta ha liberato una grande quantità di monossido di carbonio nei corridoi dove si trovavano 787 minatori. Secondo la Soma Komur Isletmeleri, la società proprietaria della miniera, l’incidente non è stato causato da negligenza o da mancanza di misure di sicurezza.