La protesta dei tassisti contro Uber, a Milano
In circa duecento hanno interrotto un incontro in corso al Wired Next Festival in cui era ospite un manager del servizio noleggio auto con conducente
Sabato 17 maggio, un gruppo di circa 200 tassisti ha interrotto l’incontro che si stava tenendo al “Wired Next Festival”, nei Giardini Montanelli, a Milano, tra Benedetta Arese Lucini, manager del servizio di noleggio auto con conducente Uber, l’assessore ai Trasporti del Comune di Milano e un rappresentante degli stessi tassisti.
Inizia con i petardi e con gli spintoni all’ingresso l’atteso dibattito su Uber alla Wired Next Fest.
Già l’anno scorso, in tono minore, al Wired Next Fest c’era stata una contestazione. Ma quest’anno si è andati oltre. Un gruppo di tassisti con striscioni e megafono attende all’ingresso ben prima delle 14, ora di inizio dell’appuntamento, Benedetta Arese Lucini. La manager italiana del servizio di auto a noleggio con conducente dovrebbe essere la protagonista dell’incontro insieme a Pierfrancesco Maran, assessore ai Trasporti del Comune di Milano e Giovanni Maggiolo, segretario della Unica-Filt Cgil Lombardia. È il primo confronto tra un rappresentante della categoria e la contestata sigla di Ncc.
Da quando Uber è sbarcata a Milano le proteste dei tassisti hanno contestato l’applicazione e hanno più volte manifestato con cori e fumogeni davanti a Palazzo Marino e minacciato scioperi. Ci sono stati anche episodi di violenza e minacce di morte a Benedetta Arese Lucini con manifesti appesi in giro per la città. Uber è illegale sostengono, l’amministrazione deve revocare ogni permesso di lavoro.
Da parte sua il Comune ha cercato di tenere una posizione di mediazione, affare non semplice. Nelle scorse ore ha proposto al governo un documento con cinque regole per il settore: si va dall’introduzione di un registro nazionale di intermediari di Ncc all’assegnamento della corsa solo a chi presta servizio in provincia.
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Foto: Paolo Armelli