La Nigeria ai Mondiali
Quinta puntata della guida ai Mondiali: la squadra campione d'Africa, molto nota soprattutto ai tifosi dell'Italia (perché?)
La Nigeria è una delle più forti squadre africane. Lo è da circa vent’anni, sebbene abbia attraversato fasi piuttosto alterne in tempi recenti: l’anno scorso ha vinto la Coppa d’Africa, e al Mondiale di calcio in Brasile si è qualificata ottenendo il primo posto nel girone F, composto da Nigeria, Malawi, Kenya e Namibia. Poi ha battuto l’Etiopia – 1–2 all’andata, 0-2 al ritorno – in uno dei cinque spareggi che decidevano quali squadre africane avrebbero partecipato al Mondiale (qui abbiamo spiegato come funzionano le qualificazioni per le squadre africane).
Nel girone del Mondiale la Nigeria è finita con Argentina, Bosnia e Iran nel gruppo F, in cui la principale avversaria degli africani sarà la Bosnia, considerando che l’Argentina è di un altro livello e non dovrebbe avere difficoltà a ottenere il primo posto del girone. Con l’Argentina, la Nigeria si ritrovò anche nella fase a gironi del Mondiale del 1994, quando diversi commentatori sportivi la definirono una delle più belle sorprese del torneo: si qualificò al primo posto nel girone, poi incontrò l’Italia agli ottavi, e in molti ricordano andò a finire (ora ci arriviamo).
Che squadra è
Della Nigeria che si presenta al Mondiale in Brasile si può dire per buona parte quello che si racconta di questa nazionale fin dalla sua prima apparizione importante a livello internazionale, nel 1994. Ha molti giocatori forti fisicamente in attacco (quest’anno anche tecnicamente) e bravi a contrastare a centrocampo. I suoi punti deboli sono una difesa non bene organizzata, e un sistema di gioco poco definito: manca un regista, per esempio, e ci sono molti giocatori con caratteristiche simili.
Alcuni osservatori ritengono che due delle caratteristiche storiche della Nigeria, la resistenza fisica e la forza atletica, siano progressivamente diventate meno decisive di quanto non lo fossero all’inizio degli anni Novanta. Allora erano indicate come un valore aggiunto al confronto con nazionali con molta più qualità rispetto alle squadre africane, ma non altrettanto forti fisicamente. Oggi è più raro trovare squadre del genere, e tutte le “grandi” – anche per quanto riguarda i club – hanno costruito almeno in parte i loro successi anche sulla superiorità fisica.
Quell’altra Nigeria
Ai tifosi di calcio italiani la Nigeria è particolarmente nota soprattutto perché l’Italia la affrontò a Boston il 5 luglio 1994, negli ottavi di finale dei Mondiali negli Stati Uniti, e fu una gran partita. Tutti i commentatori sportivi erano concordi sul fatto che l’Italia fosse tecnicamente superiore alla Nigeria, ma c’erano comunque alcuni dubbi su chi avrebbe vinto quegli ottavi, perché la Nigeria, appunto, era molto più forte e resistente fisicamente, ed era un Mondiale molto difficile anche per quanto riguarda le condizioni climatiche (si giocava di giorno, con un gran caldo). La Nigeria aveva anche impressionato positivamente soprattutto nella prima partita del girone – in particolare quando batté 3-0 la Bulgaria – mentre l’Italia fino a quel momento aveva giocato piuttosto male.
Nel primo tempo l’Italia subì un gol in modo molto confuso, al termine di un’azione cominciata con un calcio d’angolo. Poi cercò di pareggiare ma senza riuscire davvero a impensierire troppo il portiere avversario. Le cose si misero ancora peggio quando l’arbitro espulse ingiustamente l’attaccante Gianfranco Zola, entrato da pochi minuti.
Quando l’Italia sembrava ormai eliminata dal Mondiale, a due minuti dalla fine, Roberto Baggio segnò il suo primo gol del Mondiale. Per la nazionale italiana fu la svolta: vinse la partita ai tempi supplementari con un altro gol di Baggio, stavolta su rigore. Per la Nigeria fu comunque il miglior risultato mai raggiunto fino a quel momento in un Mondiale. Lo ripeté in Francia nel 1998, quando fu sconfitta agli ottavi dalla Danimarca. Da lì in avanti la Nigeria non è più riuscita a ottenere risultati apprezzabili ai Mondiali: fu eliminata al primo turno nel 2002 e nel 2006, e al Mondiale del 2010 non riuscì neppure a qualificarsi.
L’allenatore della Nigeria
L’attuale allenatore della Nigeria è Stephen Keshi, che in quella nazionale del 1994 era il capitano e giocava da difensore. Keshi ha 52 anni, allena la Nigeria dal 2011 e con la nazionale ha vinto la Coppa d’Africa sia da giocatore (nel 1994) che da allenatore (nel 2013). In precedenza ha allenato la nazionale del Togo, il suo primo incarico da allenatore: con lui il Togo riuscì a qualificarsi ai Mondiali del 2006, precedendo peraltro nel girone di qualificazione il Senegal, una squadra teoricamente più forte. Di fatto, le cose per la Nigeria si sono messe molto meglio da quando c’è Keshi, se si considera che alla Coppa d’Africa del 2012 la Nigeria non era neppure riuscita a qualificarsi.
Di recente Keshi ha avuto una serie di incomprensioni con la Federcalcio nigeriana (Nigeria Football Federation, NFF): oltre non aver preso lo stipendio per diversi mesi, ricorda Associated Press, non gradì affatto quando la NFF gli chiese di comunicare i pre-convocati con due mesi di anticipo rispetto all’inizio del torneo (le altre nazionali lo hanno fatto soltanto nei giorni scorsi). Che i rapporti tra Keshi e la NFF non fossero dei migliori si era comunque già capito alla fine della scorsa edizione della Coppa d’Africa, quando Keshi annunciò le sue dimissioni, anche se dopo alcune ore fu convinto a rimanere.
I giocatori da tenere d’occhio
I giocatori più pericolosi della Nigeria sono quelli che giocano nei campionati per club europei: tra questi ci sono certamente Victor Moses, giovane ala ventitreenne del Liverpool (in prestito dal Chelsea), molto veloce, e il centrocampista ventisettenne John Obi Mikel, molto forte fisicamente. L’attaccante da tenere d’occhio è il ventiseienne Emmanuel Emenike – gioca nel Fenerbahçe, questa stagione ha segnato 12 gol – che nella Nigeria fa la differenza: con Emenike in campo, nella semifinale della scorsa Coppa d’Africa la Nigeria batté il Mali 4-1, mentre in finale, in cui Emenike non giocò per un infortunio, la Nigeria vinse soltanto 1-0 contro il modesto Burkina Faso (Emenike ha anche segnato due gol nello spareggio contro l’Etiopia).
(Nigeria-Mali 4-1, semifinale della Coppa d’Africa, 6 febbraio 2013)
Come probabili titolari a centrocampo, insieme a Mikel, potrebbero giocare il giovanissimo Ogenyi Onazi, che ha 21 anni e gioca nella Lazio, e Sunday Mba, che ha 25 anni e gioca nel Bastia. Ci sono poi altri giocatori relativamente forti, soprattutto in attacco, ma che in questa stagione hanno giocato o male o molto poco, alcuni anche in Italia: Victor Obinna, 27 anni, che gioca nel Chievo Verona; Nnamdi Oduamadi, 23 anni, che gioca nel Varese (in prestito dal Milan); Shola Ameobi, 32 anni, che gioca nel Newcastle, in Inghilterra; e Peter Odemwingie, 32 anni anche lui, che gioca nello Stoke City, in Inghilterra.
Il Post ha cominciato a pubblicare un articolo al giorno dedicato a ciascuna delle squadre che parteciperanno ai Mondiali. L’archivio degli articoli precedenti di questa serie lo trovate qui.