Il museo dell’11 settembre
Sarà inaugurato la settimana prossima, con un certo ritardo: è allestito sotto terra a Ground Zero e ha avuto una genesi molto travagliata
Il museo di New York sugli attentati dell’11 settembre del 2001, il “National September 11 Memorial Museum”, sarà inaugurato tra una settimana, il 21 maggio: è stato presentato ieri alla stampa, durante un breve evento chiuso al pubblico. Il nuovo museo è stato costruito a Ground Zero, l’area di Manhattan dove sorgevano le Torri Gemelle e dove nel 2011 era stato inaugurato il memoriale dell’11 settembre. A parte l’ingresso, gran parte del museo è costruito sottoterra, dove prima c’erano le fondamenta delle Torri Gemelle: arriva fino a 25 metri di profondità. Il progetto del museo è dello studio d’architettura norvegese Snøhetta (lo stesso che ha fatto la biblioteca di Alessandria e dovrà ripensare Times Square).
All’interno del museo ci sarà una collezione di oggetti appartenuti alle persone morte durante il crollo delle Torri Gemelle e ritrovati tra le macerie, i resti dei veicoli della polizia e dei vigili del fuoco usati durante i primi soccorsi seguiti agli attentati dell’11 settembre, i resti degli aerei usati per gli attentati e alcune parti della struttura dei due grattacieli. Charles Wolf, marito di una donna morta durante il crollo della Torre Nord che ha poi preso parte alla commissione che si è occupata della progettazione del museo, ha detto al Guardian che la collezione «non è stata addolcita o resa meno difficile da guardare, non abbiamo voluto riscrivere la storia: abbiamo voluto raccontare le cose come sono, e farlo accuratamente». Wolf ha aggiunto che il museo è unico al mondo: «non conosco nessun altro museo al mondo che ha aperto così presto dopo un fatto così doloroso». In realtà il museo ha avuto una genesi lunga e travagliata: aprirà a meno di 13 anni dall’evento che vuole commemorare ma nei progetti iniziali avrebbe dovuto aprire nel settembre del 2012, se non addirittura in occasione del decimo anniversario degli attentati, cioè nel 2011.
Il motivo dei ritardi, come aveva spiegato il New York Times, è stato un litigio tra la Port Authority of New York and New Jersey, l’ente che possiede il terreno su cui sorgevano le Torri Gemelle, e la fondazione che gestisce il memoriale e il museo. Almeno apparentemente il motivo del disaccordo era relativo ai finanziamenti necessari per costruire e gestire il museo: la Port Authority voleva che si aspettasse l’arrivo dei fondi del governo federale mentre la fondazione avrebbe voluto partire prima con i lavori. Tuttavia secondo Michael Bloomberg, ex sindaco di New York e presidente della fondazione del memoriale, il problema era che la Port Authority – controllata da Andrew Cuomo e Chris Christie, governatori rispettivamente dello stato di New York e New Jersey – stava usando la questione dei fondi per cercare di ottenere in qualche modo la gestione del memoriale.
I fondi federali, alla fine, non sono arrivati: i 700 milioni di dollari necessari per la costruzione sono stati raccolti in diversi modi dalla fondazione del memoriale, anche usando fondi privati. Le spese di mantenimento del museo sono state stimate intorno ai 60 milioni di dollari l’anno: saranno coperte dalla vendita dei biglietti, che costeranno 24 dollari l’uno. Parlando durante l’evento di presentazione del museo, Michael Bloomberg ha detto di non essere contento del fatto che l’ingresso al museo sia a pagamento e che spera che presto si riuscirà a trovare un accordo con il governo federale che permetta di aprire il museo al pubblico gratuitamente. L’accesso al memoriale, cioè le due grandi vasche che sorgono dove un tempo sorgevano le torri, resterà gratuito.
Un’altra questione che ha rallentato la costruzione del museo ha riguardato la sistemazione dei resti non identificati delle persone morte durante il crollo delle Torri: alcune famiglie delle vittime avevano giudicato non dignitoso che i resti dei loro cari – si parla soprattutto di resti intrappolati tra le macerie, a volte fusi insieme al cemento e all’acciaio durante i crolli – venissero trasferiti nel museo, piuttosto che in un cimitero. Sempre Bloomberg però ha detto che le famiglie che hanno protestato sono una minoranza delle 3.000 famiglie delle vittime, e che il progetto non sarà cambiato.
Anche l’inaugurazione del museo, come ha raccontato il New York Times, è stata causa di qualche tensione e problema:
Gli organizzatori devono tenere in considerazione tutte le aspettative, le pretese e la sensibilità di decine di migliaia di sopravvissuti, famiglie delle vittime, agenti di polizia, vigili del fuoco, personale del primo soccorso, residenti e negozianti della zona e una serie di politici che, per i ruoli che ricoprono o ricoprivano, sono tutte parti in causa nella commemorazione dell’11 settembre. Chi ha diritto di visitare il museo in anticipo? Chi ha diritto di partecipare alle cerimonie inaugurali? Chi parlerà durante l’inaugurazione?
Alla cerimonia di inaugurazione, visti i ristretti spazi, potranno partecipare solo 750 persone, ma molti dei posti saranno riservati per i politici e le varie autorità. Tutte le altre persone che sono state riconosciute come “parti in causa” potranno prenotare una visita gratuita del museo nei primi sei giorni di apertura, periodo durante il quale il memoriale verrà tenuto aperto 24 ore su 24.