Jonathan Franzen sul giornalismo contemporaneo
«Si tende a pubblicare prima le notizie e poi a verificarle»
In un’intervista pubblicata sulla Repubblica di mercoledì 14 maggio, lo scrittore statunitense Jonathan Franzen ha ripreso alcuni temi già affrontati in passato in occasione della pubblicazione del suo libro Il progetto Kraus, ora edito anche in Italia da Einaudi. Kraus fu uno scrittore e critico letterario austriaco nella Vienna dei primi anni del Novecento, particolarmente noto per le sue opinioni polemiche su molti temi di attualità (uno che «passava molto tempo a leggere roba che odiava, in modo da poterla odiare con cognizione di causa», scrive Franzen).
Nell’intervista, parlando dei rapporti di Kraus con i viennesi a lui contemporanei, Franzen ha paragonato gli Stati Uniti all’Impero austro-ungarico, sostenendo che “il potere degli Stati Uniti è superiore a quanto sia mai stato quello dell’impero austro-ungarico”, e ha aggiunto che “il momento glorioso dell’America è alle nostre spalle e stiamo retrocedendo sia sul piano militare che economico”. In un passaggio dell’intervista ha poi parlato anche di affidabilità dei giornalisti e di “giornalismo responsabile”, che a suo parere è stata l’idea affermata e promossa per tutto il secolo scorso dal New York Times, e che invece oggi non sembra più essere un criterio di visibilità.
«Kraus era un giornalista, e conosceva quel mondo alla perfezione. Negli Usa c’è stata per quasi cento anni un’idea responsabile di giornalismo, nella quale non erano esenti tuttavia interessi e pressioni di ogni tipo. È stato il New York Times a cercare di affermare questa idea rispetto alle testate di Hearst, simili a quelle che Kraus combatteva in Austria. Non possiamo dimenticare che c’è chi è andato in prigione per difendere la libertà di stampa, ma oggi prevale chi urla più forte. Si tende a pubblicare prima le notizie e poi a verificarle».
Foto: Slaven Vlasic/Getty Images for The New Yorker