Le proteste contro il governo a Bangkok
Anti-governativi e polizia si sono scontrati nella capitale thailandese, due giorni dopo la rimozione dal suo incarico del primo ministro Yingluck Shinawatra
Nella mattina di venerdì 9 maggio a Bangkok, la capitale della Thailandia, ci sono stati scontri tra polizia e centinaia di manifestanti anti-governativi vicino a un complesso di edifici del governo. Associated Press riferisce che almeno cinque persone sono rimaste ferite mentre stavano cercando di superare barriere di cemento protette da un filo spinato fuori dal Centro per l’amministrazione della pace e dell’ordine, a Bangkok. Secondo il giornale thailandese Nation, alcuni manifestanti hanno cercato di occupare le stazioni della televisione e di obbligare i giornalisti sul posto a trasmettere in diretta le loro rivendicazioni. Poco dopo la polizia in tenuta antisommossa si è messa attorno alle stazioni televisive per proteggerle da eventuali altri attacchi.
Gli scontri arrivano due giorni dopo uno dei momenti più gravi della crisi politica iniziata in Thailandia nel novembre scorso: mercoledì 7 maggio il primo ministro thailandese, Yingluck Shinawatra, è stato rimosso dal suo incarico su decisione della Corte Costituzionale, con l’accusa di avere abusato del suo potere in un trasferimento illegale dell’attuale capo della sicurezza nazionale. Da allora il capo del governo è diventato l’ex ministro del Commercio Niwattumrong Boonsongpaisan, che ha promesso di guidare il paese verso le elezioni politiche fissate per il prossimo luglio. Le opposizioni vogliono però che prima del voto vengano introdotte delle riforme politiche, richiesta che al momento il governo non sembra voler soddisfare.
Le manifestazioni di oggi sono iniziate dopo che uno dei più importanti leader delle proteste, Suthep Thaugsuban, ha chiesto ai suoi sostenitori di riunirsi in diversi punti di Bangkok. Thaugsuban ha detto: «Ci riprenderemo il potere sovrano e metteremo in piedi un governo e un consiglio legislativo del popolo. Entreremo in tutte le stazioni televisive. Chiediamo ai residenti della città di circondare le auto e le sedi della polizia per fermare le violenze che i poliziotti infliggono alla nostra gente».
Per mesi gli anti-governativi – principalmente provenienti dalla classe media e parte dell’élite urbana – hanno chiesto le dimissioni di Shinawatra, accusata di essere una marionetta di suo fratello Thaksin, ex primo ministro della Thailandia dal 2000 al 2006 oltre che ricco imprenditore e proprietario di diverse televisioni. Thaksin fu deposto nel 2006 dai generali che si dichiaravano fedeli al re: da allora i suoi seguaci, le cosiddette “camicie rosse”, hanno cominciato a organizzare periodicamente manifestazioni molto numerose anche a favore della sorella Yingluck: gli scontri tra le due fazioni e la polizia hanno già causato la morte di 25 persone dal novembre scorso.
Le “camicie rosse” hanno fatto sapere di avere in programma per domani, sabato 10 maggio, una grande manifestazione a Bangkok: secondo loro il potere giudiziario ha cospirato contro Shinawatra e si è sempre schierato dalla parte dell’élite urbana thailandese.