Una ragazza americana si è filmata durante l’aborto in clinica
Per mostrare che non è una cosa spaventosa e dolorosa
Emily Letts è una ragazza di 25 anni del New Jersey che si è filmata durante il suo aborto in clinica, per mostrare che «esiste una storia positiva sull’aborto. È la mia storia». Letts ha pubblicato il filmato – che non è impressionante e mostra soltanto la parte superiore del busto – su Facebook e su YouTube a metà marzo, ma molti siti e giornali ne stanno parlando in questi giorni dopo che la ragazza ha raccontato su Cosmopolitan la sua storia e le sue motivazioni.
Letts lavora come consulente nella clinica abortiva Cherry Hill Women’s Center, in New Jersey. A novembre ha scoperto di essere incinta: «Lavoravo nella clinica da circa un anno. Era la prima volta che restavo incinta e, a dirla tutta, non avevo usato alcun tipo di contraccettivo. È folle, lo so. Io nella vita mi occupo di educazione sessuale e parlo di contraccettivi».
Letts ha raccontato: «Quando lavori in una clinica abortiva, pensi sempre di essere incinta. Da quando ascolto per giorni e giorni storie di donne che non si accorgono di essere incinte fino alla 20esima settimana o che hanno le mestruazioni anche se sono rimaste incinte, faccio test di gravidanza in continuazione. Un giorno faccio un test per sfizio e vengono fuori due linee rosa. Il momento in cui una donna vede quelle due linee rosa e non si aspetta di vederle, è come se il tempo implodesse ed esplodesse simultaneamente. Sei intrappolata in un tornado che succhia fuori tutto il fiato dai polmoni».
Letts ha deciso subito di voler abortire (era incinta da due o tre settimane), ha chiamato il suo capo e ha fissato un appuntamento. Inizialmente voleva prendere la pillola RU486 e limitarsi a raccontare la sua decisione sul blog, ma poi ha trovato un video su Internet in cui una donna si era filmata mentre prendeva la pillola abortiva RU486, per mostrare alle altre donne che non era una cosa dolorosa e che era convinta della sua scelta. Letts provò a cercare filmati del genere di aborti chirurgici, non ne trovò e decise di girarne uno lei.
«Abortire entro il primo trimestre richiede dai tre ai cinque minuti. È più sicuro che partorire. Non ci sono tagli e il rischio di infertilità è inferiore all’un per cento. Ma le donne che arrivano in clinica sono sempre terrorizzate di venire tagliate in due, convinte che non saranno in grado di avere figli dopo l’aborto. La disinformazione è incredibile, ma pensateci: nonostante questo vogliono comunque correre questi rischi perché sanno che in questo momento non possono avere un bambino».
Entro il primo trimestre di gravidanza si può abortire con la pillola RU486, chirurgicamente e sotto un sedativo che rende incoscienti tutto il tempo, oppure con anestesia locale, durante la quale si resta sveglie. Letts racconta che le donne hanno il terrore di restare sveglie: «Avrei potuto prendere la pillola ma volevo fare quello che le altre donne hanno più paura di fare. Volevo mostrare che non è una cosa paurosa, e che può esistere una storia positiva sull’aborto. È la mia storia».
Il video ha provocato indignazione, minacce e proteste dai conservatori e dagli attivisti pro-life, che accusano Letts di essere una «nazista», «una strega dall’inferno», di aver «ucciso suo figlio» e di meritare la morte. Letts racconta però di aver ricevuto anche tanti messaggi di apprezzamento e che molte donne che si sentono in colpa o sono state insultate per aver abortito le hanno scritto ringraziandola, dicendo di sentirsi confortate e capite.