La nuova emergenza per la poliomielite
Sembrava sul punto di essere debellata invece i nuovi casi in Pakistan, Siria e Camerun stanno portando il virus in altri paesi, dice l'Organizzazione Mondiale della Sanità
Lunedì 5 maggio l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato un’emergenza sanitaria per i nuovi casi di diffusione della poliomielite. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite, i focolai della malattia segnalati di recente in Asia, Africa e nel Medio Oriente devono essere affrontati con uno sforzo internazionale coordinato, per evitare che la poliomielite possa riprendere a diffondersi su larga scala, vanificando i progressi raggiunti negli ultimi anni per debellarla definitivamente da ogni parte del mondo. I paesi segnalati come più pericolosi dall’OMS sono al momento Pakistan, Camerun e Siria, considerati i potenziali principali esportatori del virus nel corso del 2014.
La poliomielite è una malattia altamente contagiosa che si trasmette di solito per via orale, attraverso l’ingestione di cibo o liquidi contaminati. Da quando si contrae il virus che la causa possono passare tra i tre giorni e un mese prima che si abbiano i primi sintomi, che ricordano quelli influenzali. In media in un caso su 200 l’infezione si diffonde, causando gravi danni soprattutto a carico del sistema nervoso, con la perdita della funzionalità dei muscoli. La poliomielite non si cura e per questo l’unica prevenzione possibile è vaccinarsi.
Grazie alla massiccia campagna di vaccinazioni nel Novecento, l’Italia è stata dichiarata “polio-free” nel giugno del 2002 e l’ultimo caso della malattia verificato risale a oltre 30 anni fa. Il ministero della Salute italiano somministra a tutti i bambini 3 dosi del vaccino nel primo anno di vita ed effettua un richiamo quando si raggiungono i 5-6 anni di età.
Nel 2013 l’OMS ha registrato complessivamente 417 casi di poliomielite in giro per il mondo. Nei primi quattro mesi del 2014, l’agenzia ha rilevato già 68 casi, 24 in più rispetto allo stesso periodo nello scorso anno. In questo periodo dell’anno, il virus tende a diffondersi meno. Appena due anni fa, l’OMS iniziava a parlare della possibilità di debellare completamente il virus in tempi brevi, ma oggi la situazione sembra procedere nella direzione opposta: l’emergenza dichiarata lunedì serve proprio per mantenere alta l’attenzione ed evitare di mandare all’aria i grandi sforzi degli ultimi 25 anni che hanno portato alla vaccinazione di miliardi di bambini in tutto il mondo.
Il rapporto dell’OMS con cui è stata dichiarata l’emergenza consiglia a tutti gli abitanti di Pakistan, Siria e Camerun che intendono spostarsi all’estero di fare la vaccinazione prima di partire. La raccomandazione vale per le persone di qualsiasi età e non solo per i bambini. I tre paesi sono rispettivamente accusati di avere causato contagi in Afghanistan, Iraq e Guinea Equatoriale. L’OMS richiede che la pratica delle vaccinazioni straordinarie sia mantenuta fino a un anno di distanza dall’ultimo caso verificato di esportazione del virus in un altro paese. Il rapporto consiglia di fare altrettanto in nazioni dove il rischio di nuovi contagi resta rilevante come Etiopia, Israele, Nigeria, Somalia oltre ad Afghanistan, Iraq e Guinea Equatoriale.
L’OMS non ha il potere di imporre specifiche politiche sanitarie nei paesi che ne fanno parte, ma solamente di dare indicazioni e consigli per coordinare gli sforzi sanitari tra le diverse nazioni. Le direttive sono state emanate sulla base di un trattato sottoscritto nel 2007 dagli aderenti all’agenzia, nel quale si sono impegnati a seguire le indicazioni per contrastare la diffusione di particolari malattie.
Il paese più a rischio per la poliomielite continua a essere il Pakistan, dove il virus non è stato mai dichiarato debellato. Dei 68 casi registrati nei primi quattro mesi del 2014, ben 54 hanno interessato persone che vivono nel paese. Per motivi religiosi, diversi leader locali vietano le vaccinazioni e capita spesso che le organizzazioni che somministrano i vaccini subiscano attacchi. In Siria quest’anno è stata confermato almeno un caso di poliomielite, ma la guerra civile nel paese rende difficile il monitoraggio della malattia e non si esclude che ci siano stati diversi altri casi.
Le cose non vanno meglio nei paesi africani, dove solo una parte della popolazione viene vaccinata per tempo contro il virus. Si stima che nella Guinea Equatoriale solo un quarto dei bambini riceva la vaccinazione contro la poliomielite. In altri paesi la media rimane bassa per via del fanatismo religioso, con molti leader locali che vietano alle famiglie di fare vaccinare i loro bambini. I medici che se ne occupano, di solito appartenenti a organizzazioni internazionali, devono affrontare grandi rischi quando eseguono le campagne di vaccinazione porta a porta.
foto: AP Photo/B.K. Bangash