Juventus contro Benfica, stasera
La Juventus ha la possibilità di giocare nel proprio stadio la finale di Europa League, ma deve ribaltare il risultato della semifinale di andata: come?
In vista della semifinale di ritorno di Europa League che si gioca stasera fra Benfica e Juventus, l’Ultimo Uomo ha pubblicato un’analisi di cosa dovrà provare a fare la Juventus per ribaltare il risultato della partita di andata, finita 2-1 per il Benfica. Secondo l’analisi di Emile Bateaux, il problema non sta tanto nel modulo con cui è solitamente disposta la Juventus, il 3-5-2 progettato da Conte e in seguito copiato da moltissime altre squadre, quanto piuttosto nell’atteggiamento, che all’andata è sembrato eccessivamente «umile». Nel secondo tempo, nonostante Conte non avesse cambiato il modulo di gioco, la Juventus aveva infatti attaccato moltissimo e segnato il gol del pareggio: stavolta servirà un approccio meno difensivo. La finale del torneo si giocherà il 14 maggio allo Juventus Stadium di Torino.
Nonostante la sconfitta di Lisbona contro il Benfica la Juventus non deve avere paura. Nei turni a eliminazione diretta, da quando esiste la regola dei gol fuori casa, chi ha perso 2-1 all’andata è riuscito a rimontare il risultato nel 50% dei casi (circa). Insomma, non è successo niente di grave. E non uso il dato specifico sulle rimonte della Juve per rispetto dei tifosi bianconeri scaramantici.
I numeri servono a sostenere un’impressione netta, emersa nella partita d’andata: che la semifinale tra Benfica e Juventus sia ancora tutta da decidere. È stata una partita a tratti anche molto divertente, alla faccia di chi avrebbe voluto farvi vedere The Voice. La Juve adesso ha una grande opportunità, giocare una finale europea nel proprio stadio, ma stasera servirà intelligenza e forza per saperla cogliere. Come ha detto Arrigo Sacchi a fine partita, alla Juve non manca proprio niente, ma deve essere più europea.
Il Benfica e la difesa attiva
La partita è iniziata subito nel modo sbagliato: l’ottavo gol stagionale del difensore centrale Garay (quarto marcatore assoluto della sua squadra) al secondo minuto di gioco ha permesso agli “encarnados” di giocare in base alle loro migliori caratteristiche. Conte ha perfettamente ragione nel sostenere che i due gol erano evitabili, a partire proprio dal primo. I difensori centrali del Benfica sono entrambi alti 192 centimetri e insieme avevano già segnato ben 12 gol: sui calci piazzati bisognava essere perfetti. Nonostante il vantaggio, il Benfica non ha abbandonato la gara per ritirarsi nella propria metà campo, anzi ha continuato a interpretare l’ottimo copione che Jorge Jesus aveva preparato. Come d’abitudine, i padroni di casa hanno cominciato la partita attaccando l’avversario con un pressing molto alto, fino all’area di rigore avversaria, per non lasciare linee di impostazione ai tre difensori juventini. Nel frattempo, la difesa saliva quasi a ridosso del centrocampo.Così, nei primi 25 minuti la Juventus non è riuscita a creare gioco in nessun modo. Non solo i difensori erano costretti spesso al lancio lungo ma, soprattutto, Pirlo era completamente isolato dal gioco. Jorge Jesus ha preparato un meccanismo perfetto: le linee di passaggio verso il playmaker juventino erano completamente intasate; quando invece riceveva il pallone, non aveva tempo per gestirlo. Tutto ciò è stato possibile grazie all’incessante lavoro di Rodrigo, che si è spesso abbassato in copertura, e alla grande partita di Enzo Pérez, il centrocampista che ha coperto il campo alla perfezione.
foto: Jamie McDonald/Getty Images