L’attentato a Urumqi, in Cina
Nella capitale della complicata regione dello Xinjiang è esplosa una bomba in una stazione ferroviaria: ci sono almeno 3 morti e 79 feriti, dice il governo locale
Mercoledì 30 aprile nella stazione ferroviaria di Urumqi, capitale della regione occidentale cinese dello Xinjiang, è stato compiuto un attentato terroristico in cui sono state uccise tre persone, e altre 79 sono state ferite. Secondo la ricostruzione fatta dai media di stato cinesi – piuttosto limitata, come succede spesso in Cina per fatti del genere – gli attentatori hanno fatto esplodere una bomba e hanno usato dei coltelli. Il governo locale ha parlato di un “violento attacco terroristico” ma ha aggiunto che ora la situazione è sotto controllo.
Nel giro di pochissimo tempo dopo l’esplosione, scrive BBC, sul sito di microblogging cinese Sina Weibo sono cominciati a circolare post e foto legati all’attentato alla stazione di Urumqi, che poi sono stati cancellati rapidamente. L’agenzia di news cinese Xinhua ha descritto così l’attentato:
«L’esplosione si è verificata intorno ale 7 di pomeriggio all’uscita della stazione ferroviaria di Urumqi. Il punto dell’esplosione è stato individuato in mezzo ad alcuni bagagli lasciati per terra tra l’uscita della stazione e una fermata di un autobus pubblico, alcuni testimoni hanno raccontato a Xinhua.
L’esplosione è stata potente. Un uomo che si trovava in un hotel lì vicino ha detto di avere pensato che si trattasse di un terremoto.»
L’esplosione si è verificata il giorno successivo alla fine di un viaggio ufficiale del presidente cinese Xi Jinping nello Xinjiang – il primo da quando Xi è diventato presidente nel 2012. La televisione di stato cinese, ha scritto il giornale in lingua inglese di Hong Kong South China Morning Post, ha detto che Xi si trovava proprio a Urumqi la mattina di martedì 29 aprile, per un incontro con alcuni lavoratori e alcuni dei leader religiosi locali.
Lo Xinjiang è la regione cinese più colpita da attentati terroristici. Circa il 41 per cento della sua popolazione è di etnia han (l’etnia maggioritaria in Cina), mentre gli uiguri, musulmani e turcofoni che il governo centrale di Pechino indica come responsabili di questo tipo di attacchi terroristici, sono il 43 per cento. Sintetizzando, si può dire che gli uiguri non accettano la presenza dei cinesi han nella regione e denunciano da tempo le repressioni e le discriminazioni subite per mano del governo. La portata reale del separatismo uiguro è difficile da stabilire: la stampa cinese tende a scrivere poco degli attentati terroristici compiuti dagli uiguri, e verificare le notizie che arrivano dalla regione è complicato, a causa dello stretto controllo del governo sulla stampa.